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Scritte contro il parroco, la Provincia di Chieti se ne frega

Da settimane le frasi ingiuriose imbrattano la sede stradale e l'ente non dispone che vengano cancellate

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CASTELGUIDONE - Sono lì, sulla strada provinciale che scende verso la fondovalle Trigno, ormai da settimane, e nessuno muove un dito per cancellarle. Né il Comune, né la Provincia di Chieti. Stiamo parlando delle ignobili scritte contro il parroco di Castelguidone che qualche imbecille del posto, coperto dall'oscurità, come i topi, e dall'anonimato, ha realizzato sull'asfalto dell'arteria provinciale e su alcuni muri nelle immediate adiacenze della sede srtradale. Scritte condannate pesantemente dalla Curia vescovile di Trivento, definite offensive e intimidatorie, per le quali il vicario generale don Mimì Fazioli ha sollecitato l'intervento delle Forze dell'ordine e della Magistratura. Da allora, ma siamo nel campo delle indiscrezioni, sembra che i Carabinieri, non si sa bene se quelli di Schiavi di Abruzzo competenti per territorio o quelli di Trivento, abbiano avviato un'indagine. Gesti gravi, vili perché 'protetti' dall'anonimato, che hanno reso il piccolo centro del Vastese lo zimbello di tutta la zona. Dopo la comparsa di quelle ignobili scritte il 'caso', le beghe paesane tra l'amministrazione comunale e il parroco, è esploso a livello più ampio. Immediata la solidarietà a don Alberto Conti è arrivata dall'Abruzzo e dal Molise. Si ricorda l'intervento, anche a mezzo stampa, di alcuni politici e amministratori molisani, e addirittura di un consigliere regionale abruzzese, Paolo Paolomba (IdV). E anche la gente comune si è mobilitata in difesa di don Conti. Sul sito della Curia di Trivento sono state pubblicate già quasi cinquecento firme a sostegno del sacerdote vittima di persecuzioni. Un numero destinato a salire perché a Castelguidone, a Schiavi e in altri centri di zona è ancora aperta la raccolta di firme. Numeri importanti che dimostrano, ammesso che ce ne fosse bisogno, di quanta stima e affetto gode il sacerdote e che soprattutto ridicolizzano le circa settanta firme apposte dagli amministratori comunali di Castelguidone, dai loro parenti, congiunti e affini, contro il parroco e inviate, in segno di protesta, al Prefetto di Chieti e al Vescovo Scotti. Mentre frizioni e gli attriti vanno avanti, sfociando anche nella cronaca, visto che nei giorni scorsi i Carabinieri hanno sequestrato alcuni striscioni contenenti altre frasi e che due ragazzi del posto sono venuti alle mani proprio per tensioni innescate da questa vicenda, quelle ignobili scritte, vera e propria immondizia, restano lì. Dalla Provincia, ente che ha in gestione l'arteria stradale, nessun cenno si è avuto. I non sempre impegnatissimi cantonieri non passano mai da quelle parti? Non hanno visto che la sede stradale è imbrattata da quelle scritte? Perché l'assessore competente o lo stesso presidente Di Giuseppantonio, o il dirigente del settore viabilità, non hanno dato disposizioni per far cancellare quelle frasi offensive nei confronti di un sacerdote? "E se domani scrivessimo sull'asfalto delle frasi contro la Provincia, o contro qualche politico locale, contro il sindaco Cicchillitti o contro il presidente Di Giuseppantonio, resterebbero lì per settimane o sarebbero cancellate immediatamente?", chiede polemicamente un cittadino di Castelguidone, disgustato e deluso per l'indifferenza mostrata dalla Provincia e dal Municipio. Una bella domanda, che giriamo subito al presidente Di Giuseppantonio, il quale, da uomo dell'Udc, sensibile a queste tematiche e ai rapporti con la Chiesa, certamente prenderà a cuore la problematica. Ne siamo sicuri. E anche al sindaco di Castelguidone, Mario Cicchillitti, visto che aspira ad entrare proprio nell'Udc.
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