“La Basilicata conferma che l'alternativa a Salvini e al centrodestra siamo noi” afferma il segretario Pd, Nicola Zingaretti. “Il Pd e il nuovo centrosinistra devono diventare più forti. …. Questo non era scontato, visto che, dal voto politico in poi, il tema era la marginalità del centrosinistra". E viene sottolineato: "Complessivamente il centrosinistra, relativamente alle politiche del 2018, fa un balzo in avanti di 7 punti percentuali".
In effetti, il centro sinistra ha resistito all’ondata del centro destra, confermandosi seconda forza anche alle regionali in Basilicata, ma per il Pd c'è poco da gioire: perde una roccaforte rossa da 24 anni e il partito si attesta al modestissimo 9%. Zingaretti e la sua nuova elezione a segretario del PD non hanno portato né a una svolta né a un freno della caduta libera dei consensi. Di certo hanno influito le vicende giudiziarie che hanno colpito il massimo esponente del PD lucano, Pittella.
Succede, così, che dentro il partito si facciano sentire i nostalgici di Renzi.
Anna Ascani,esponente dell'ala renziana, attuale vice presidente del Partito, accosta il Pd a Toto Cutugno, eterno secondo del Festival di Sanremo. "Friuli, Trento, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata. Alla sesta volta credo che persino il grande Toto Cutugno abbia smesso di esultare per il secondo posto. Noi abbiamo intenzione di andare avanti parecchio?"
Fa seguito il tweet del deputato Pd, Luciano Nobili: "Da quando Matteo Renzi si è dimesso abbiamo perso Friuli, Trento e Bolzano, Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata. Ma il problema era il carattere di Renzi, ovvio. E finalmente oggi, senza di lui, tutti sono felici per il secondo posto in Basilicata. Felici e perdenti".
Queste polemiche fanno seguito alle posizioni assunte dai renziani in merito allo ius soli, dopo la vicenda dei ragazzini ancora stranieri in Italia pur dando dimostrazione di sapersi comportare più e meglio di tanti cittadini italiani
Secondo molti analisti, le aperture della nuova segreteria ai fuoriusciti Bersani, Speranza e D’Alema, e la presa di distanza dalle politiche e dal carattere di Renzi non favoriscono una ripresa importante del partito.