Ieri il Senato della Repubblica ha approvato, in via definitiva, la legge che, secondo Matteo, permetterebbe al cittadino che spara in casa a una persona di non essere perseguito dalla legge perché lo farebbe sempre e comunque per legittima difesa. Le cose non stanno così perché il magistrato potrà e dovrà comunque condurre indagini per appurare come si siano svolti i fatti. A questo aggiungasi che la magistratura ha già prefigurato caratteri di incostituzionalità della legge. Un bel pateracchio, insomma. Ma il punto più importante di questa faccenda non è la legge in sé quanto, piuttosto la filosofia che si trova alla base della politica di Salvini: lo Stato non deve preoccuparsi più di tanto per svolgere il proprio ruolo per il quale i cittadini pagano fior di quattrini; siano i cittadini a surrogare lo Stato, esponendosi in prima persona.
In particolare:
- Quanto alla legittima difesa, secondo Matteo, lo Stato non deve preoccuparsi di catturare i rapinatori e frenare le rapine, no, lo Stato dice ai cittadini: armatevi e difendetevi; se non vi ammazzano, abbiamo evitato, con la nuova legge, di mandarvi in galera (Purtroppo, come già accennato, non è così e il cittadino rischia di farsi ammazzare o di andare in galera).
- Quanto alle donne, secondo Matteo, lo Stato non deve preoccuparsi di combattere la prostituzione sulle strade, di catturare i papponi e salvaguardare la dignità delle donne, no, dà per scontato che molte donne scelgano liberamente di prostituirsi e allora? Cosa c’è di meglio che riaprire le case chiuse, gestire la prostituzione erigendo lo Stato a pappone che incasserebbe la tangente su un atto di costruzione della donna perché è difficile immaginare una donna che faccia quel mestiere se non costretta da situazioni economiche o psicologiche negative.
- Quanto al testamento biologico, secondo Matteo che appoggia i congressisti di Verona, lo Stato non si deve preoccupare di rendere sostenibile psicologicamente, prima che economicamente, il “fine vita” di un paziente, no, è il cittadino che, da solo senza possibilità di lasciare un testamento biologico, deve farsi carico della tragedia in tutta la sua disperante evoluzione.
- Quanto ai porti (ultima presa per i fondelli), non è lo Stato, secondo Matteo, che deve preoccuparsi di gestire i flussi immigratori, no, devono essere i cittadini che, con i porti chiusi, devono accogliere gli immigrati che raggiungono le nostre spiagge dopo che, al largo, navi di schiavisti li scaricano su barchini di fortuna (è la nuova via aperta dopo la decisione dei porti chiusi). In proposito, gli schiavisti hanno gioco facile ad attraversare il Mediterraneo dopo che l’Italia ha fatto fallire il progetto Sofia che aveva l’obiettivo di fermare le navi di trafficanti di persone, di armi e di altre merci pericolose.
- Quanto agli immigrati che già sono sul nostro territorio, secondo Matteo, non è lo Stato che deve preoccuparsi di integrarli, no, lo Stato deve limitarsi a evitare che sbarchino 50 o 100 disgraziati, mentre i cittadini, subendone le conseguenze in termini di disagi e insicurezza, devono convivere con le centinaia di migliaia che aveva promesso di espellere e non lo fa.
- Quanto agli stupratori per divertimento, per suprematismo, per delinquenza, secondo Matteo, non è lo Stato che deve garantire la sicurezza di periferie o luoghi poco frequentati dove non si vede un poliziotto, no, devono intervenire leggi medioevali come la castrazione chimica (si inizia con i delinquenti veri e si procede per gradi verso i dissenzienti)
In definitiva, Lo Stato, secondo Matteo, non deve preoccuparsi più di tanto di affrontare i problemi per risolverli. No. Li delega al cittadino. Il che potrebbe anche andar bene se ci fosse l’intenzione di smantellare una macchina dello Stato che costa miliardi e miliardi di euro. Ma non è così.