Si ha l’impressione, parafrasando una frase di Al Capone nel film “Gli Intoccabili”, che il nuovo PD di Zingaretti, ad ora, sia solo chiacchiere (tatticismo) e distintivo (nuova immagine). Ed è certamente degno di nota che non può essere sottaciuta, anche da chi è dichiaratamente di sinistra, leggere dell’iniziativa del parlamentare Zanda, da poco nominato nuovo tesoriere del PD. Non temendo di andare incontro al ridicolo, Luigi Zanda ha depositato in Senato una proposta di legge per equiparare i compensi dei parlamentari a quelli degli eurodeputati, che arriverebbero così a guadagnare tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Ovviamente, indipendentemente dal tema in questione, che può essere letto sotto diversi punti di vista, la proposta non poteva che sollevare una infinità di critiche, a dimostrazione che in casa Pd facciano fatica a trovare il bandolo della matasse delle idee. Alle critiche Zanda risponde, piccato, a stretto giro: La proposta di legge che ho presentato il 27 febbraio prevede di parificare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello dei parlamentari europei, che è leggermente inferiore a quello che oggi senatori e deputati ricevono. Questa è la verità e ognuno lo può verificare andando a controllare gli atti sul sito del Senato. Andando a verificare, si scopre che il compenso mensile degli eurodeputati è di 8mila euro lordi (ovvero 6250 netti) a cui aggiungere 304 euro al giorno di diaria e 4mila 299 euro per le spese generali. Nel complesso, calcolando anche altri vantaggi, un parlamentare europeo guadagna tra i 16mila e i 19mila euro al mese. Molto di più dei 14mila euro circa che percepiscono oggi deputati e senatori italiani, calcolando indennità, diaria e rimborso per le spese di mandato. C’è di che mettersi le mani nei capelli se, a questa uscita sugli stipendi dei parlamentari, si aggiunge l’altra proposta, sempre di Zanda, di ripristinare il finanziamento ai partiti e si aggiungono le visite di Zingaretti alla casta elettorale o padronale.
Per fortuna che Renzi, l’uomo che ha dovuto subire attacchi feroci proprio dall’interno del suo partito, accusato di essere poco di sinistra, sia sempre pronto a scendere in campo per difendere il PD, rivendicando tutte le sue politiche chiaramente di sinistra come diritti civili, il terzo settore, il dopo di noi, il caporalato e tanta altra roba. Di più: ripropone la sua battaglia sullo Ius Culturae, una versione moderata dello Ius soli, che altri nel partito non vollero portare avanti per scarso coraggio, l'occasione mancata del governo Gentiloni. Infatti, i comitati civici che si richiamano a Renzi hanno iniziato a raccogliere le firme per una legge popolare che rimedi sulla questione. Si è consapevoli che esistono temi un po' più urgenti per il Paese, ma chi è chiaramente a difesa dei più deboli (come senza dubbio lo sono dei ragazzini nati in Italia e con un ciclo di studi finito), non può non raccogliere il desiderio che esiste nel paese di non lasciare questi ragazzini in un limbo sino a che non raggiungano i 18 anni. Ovviamente, il carattere è il carattere e Renzi non ha resistito ad attaccare, pur senza citarlo in modo esplicito, il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "C'è chi utilizza le divise in campagna elettorale per racimolare un voto in più e c'è chi le sogna fin da piccolo aspettando di diventare cittadino italiano per servire la comunità. Fuori dal chiacchiericcio e dall'odio dei troll c'è un Paese bellissimo animato da piccoli gesti di eroismo quotidiano. Si chiama Italia. Orgoglioso dei Carabinieri, orgoglioso di questi ragazzi".