Nel suo articolo di giovedì 11/04/2019 dal titolo “Bolliti e Marinati”, Marco Travaglio dice ai suoi lettori che L’assoluzione di Ignazio Marino dalle accuse di peculato e falso è una buona notizia per lui e una pessima notizia per chi – da Renzi e Orfini in giù – lo cacciò anzitempo dal Campidoglio nel 2015, spalancando le porte ai 5Stelle. Con queste parole, Travaglio vorrebbe far credere che Renzi fece cadere la giunta Marino per il fatto giudiziario. A niente valgono le affermazioni di Renzi che dice: “La vicenda degli scontrini è stata una violenta campagna di fango del M5S. Ma le dimissioni di 26 consiglieri Pd e il decadimento di Marino non avevano niente a che fare coi problemi giudiziari o con gli scontrini. Nel 2015 la scelta del Pd romano fu totalmente figlia di valutazioni amministrative legate al governo di Roma. Decisione politica, non guerriglia giudiziaria”. No, per Travaglio queste affermazioni non intaccano la sua convinzione. Peccato però: dopo tutta una disamina del caso Marino, fatta utilizzando i suoi famosi archivi giudiziari, vuole dare a intendere che se, da una parte, Marino è stato assolto dalla Magistratura, ritenendo i suoi comportamenti penalmente irrilevanti, dall’altra, non tutto ciò che è penalmente irrilevante è eticamente e politicamente commendevole. Come dire che Marino andava comunque biasimato e allontanato dalla politica. Ah però! Sembra che non valga più l’idea che Renzi abbia fatto decadere Marino per un fatto giudiziario, ma per il fatto che i comportamenti di Marino non sono stati commendevoli, indipendentemente dal giudizio della Magistratura. Infatti, Travaglio scrive, a questo punto: Rischiano di aver ragione, a loro insaputa s’intende, Matteo Renzi e Matteo Orfini, quando rivendicano la sfiducia a Marino. Ovviamente, avendo compreso di essersi incartato, prima accusandoli e poi giustificandone l’azione, Travaglio apre all’universo mondo e accusa Renzi di non aver utilizzato lo stesso criterio per altri politici del PD.
Travaglio? Parafrasando Vittorio Alfieri: Renzi fortissimamente Renzi.