I militari di Maduro che ancora restano fedeli a Maduro hanno preso a fronteggiare la popolazione sceso in piazza a Caracas con carri blindati e lanci di lacrimogeni. I venezuelani rispondono a mani nude con sassi e qualsiasi arma impropria. In alcuni casi sono riusciti anche a mettere in fuga i militari. Oggetti esplosivi non meglio identificati sono stati lanciati dall'interno da una base militare sorvegliata da soldati fedeli al governo.
Guaidò non ha intenzione di mollare: "Resisteremo fino alla liberazione del Paese" ha detto. Su Twitter poi ha precisato: "Abbiamo parlato con i nostri alleati nella comunità internazionale e abbiamo il loro forte sostegno per questo irreversibile processo di cambiamento nel nostro Paese. L'Operazione Libertà è iniziata e resisteremo fino a raggiungere un Venezuela libero".
Gli Stati Uniti sono scesi in campo, ancor più nettamente di quanto non abbiano fatto finora, appoggiando la posizione dell’autoproclamatosi presidente, Juan Guaidò. Il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha ricordato che "tutte le opzioni sono sul tavolo… e non c’è un golpe in Venezuela" Poi si è rivolto al ministro della difesa venezuelano in modo molto perentorio: "Il tuo tempo è scaduto. Questa è la tua ultima possibilità . Accetta l'amnistia del Presidente ad interim, proteggi la Costituzione e rimuovi Maduro, e ti porteremo fuori dalla nostra lista delle sanzioni. Resta con Maduro e affondi con la nave",
L’Italia in tutto questo, divisa tra Maduro e Guaidò, sta a guardare come per qualsiasi fatto internazionale. Al tavolo del mondo, l’Italia non c’è più.