Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Comunità alloggio “La Montagna”, i cittadini denunciano: non ci sentiamo sicuri

Il centro, inaugurato nel novembre del 2016, nel primo anno di vita era dichiarato fiore all’occhiello dell’accoglienza. Ora, secondo gli agnonesi, la situazione è cambiata.Dubbi maggiori sulla competenza degli operatori

Redazione
Condividi su:

Ma è mai possibile che tutte le sere e tutti i giorni dobbiamo assistere a schiamazzi, botte, urla da parte dei ragazzi ospiti nel centro della ex scuola in contrada La Montagna. Una domanda… ma mentre i ragazzi fanno tutto questo gli operatori dove sono?

E’ il grido di denuncia di un agnonese il quale sottolinea il grave disagio a cui i cittadini del comune altomolisano si trovano a dover far fronte. La protesta sui social e in piazza non finisce qui. Perché ci sono altri che mettono in dubbio la presenza degli operatori e di chi dovrebbe controllare. C’è addirittura chi sottolinea: è tardi per difendere la nostra tranquillità con le unghie e con i denti.

La cittadinanza si dice sconvolta. Ma c’è chi, sempre sui social dice: “Ci vuole la rivoluzione di tutti. Le parole sono inutili. Ci vogliono i fatti”. A due anni dall’apertura del centro, avvenuta il 18 novembre 2016 alla presenza di tutte le autorità del Comune di Agnone, sottolinea un altro utente, “la situazione è diventata insostenibile. All’inizio non era così”.

Ad essere attaccato è il lavoro del personale in un altro commento che recita: “La situazione è sfuggita di mano. Un giorno ci lavora una persona dopo un po’ la cambiano…. Questi ragazzi hanno seriamente bisogno di essere aiutati”

Le lamentele sono rivolte verso il centro Comunità Alloggio per Minori “Alto Molise”, gestito dalla Cooperativa Sociale Sirio di Campobasso, che ha aperto i battenti circa due anni fa e che ora è diventato un centro per ragazzi con precedenti penali.

I quali, stando ai racconti di chi vede quotidianamente questa realtà, salirebbero sugli autobus di linea da soli per raggiungere Isernia, dove stanno completando le scuole superiori. 

La comunità all’inizio era nata per ospitare ragazzi abbandonati, successivamente in mancanza di essi è stata adibita anche per l’accoglienza per migranti, per poi passare all’accoglimento e alla rieducazione di minorenni con precedenti penali.

Prima di questo cambio di destinazione d’uso la struttura veniva citata come fiore all’occhiello dell’accoglienza.

Quando aveva  da poco compiuto tra poco il suo primo anno di attività, riusciva ad ospitare circa dieci, più due in caso di emergenza minorenni. Questa è la capienza del centro che ospitava, sulla base di una convenzione con il Comune di Roma, i minori stranieri non accompagnati, attualmente per la maggior parte egiziani e albanesi, che spesso arrivano nella Capitale e sono abbandonati a se stessi. È quotidiano il rapporto tra gli operatori locali, i tutori volontari dei minori e il Dipartimento delle Politiche Sociali, Salute e Sussidiarietà che si relazionavano  costantemente per cercare di porre in essere le azioni più efficaci a tutelare gli utenti e promuovere la loro integrazione.

Nel primo anno sono stati tanti i progetti portati avanti nel corso di quest’anno nella Comunità Alto Molise: dal percorso di alfabetizzazione per imparare l’italiano al progetto fotografico, dal progetto legno a quello per stimolare la consapevolezza del sé. E poi le uscite per far conoscere il territorio e che sono sempre occasione di svago e socializzazione per i ragazzi e un momento di confronto con la comunità esterna.

Ma dai racconti dei cittadini tutto questo è cambiato proprio nel momento in cui la struttura è stata destinata ai ragazzi con problemi di giustizia. La situazione sembrerebbe essere chiara: gli operatori che ci lavorano vanno e vengono e non sono sempre gli stessi e i cittadini si chiedono se questi operatori hanno i titoli idonei adatti a operare nella struttura. E la zona, sempre stando a quanto denunciano i cittadini, sarebbe anche luogo di frequentazioni dei minori con delle prostitute.

Davanti a questo tipo di realtà ci siamo rivolti alla vicesindaca Linda Marcovecchio che ha dichiarato: Il Comune non ha ruolo in questo se non l'aver concesso in uso la struttura secondo i termini stabiliti già prima del nostro insediamento. E' una struttura di accoglienza per minori non accompagnati e titolata anche per accogliere minori che hanno commesso reati e per i quali sono state disposte misure del tipo quelle che motivano la presenza dei nuovi casi. Dinanzi a situazioni quale quella che tu ieri sera mi hai segnalato di lamentela di chi abita vicino, dinanzi ai comportamenti perseguibili penalmente devono subentrare le forse dell'ordine. I requisiti della struttura sono conformi al tipo del servizio che sta svolgendo.

Abbiamo contattato l’assessora alle politiche sociali Annalisa Melloni la quale ci ha sottolineato che doveva informarsi e non ci ha fornito informazioni adeguate e concrete. Da fonti attendibili abbiamo saputo che domani si terrà una riunione in Comune sul tema.

Della situazione è stata informata anche la presidente della IV commissione  regionale Filomena Calenda la quale si è immediatamente attivata per capire come stava la situazione mettendosi in contatto lei stessa con la garante per i diritti della persona Leontina Lanciano e con il sindaco Lorenzo Marcovecchio.

Il primo cittadinoha dichiarato Filomena Calendaha assicurato che nei pressi della struttura c’è la costante vigilanza delle forze dell’ordine che controllano i ragazzi in oggetto e tutelano la sicurezza dei cittadini che dei ragazzi ospiti della struttura”.

Nei prossimi giorni, ci ha sempre assicurato la consigliera regionale, verrà fatto uno studio più approfondito di questa realtà.

Che resta sotto il controllo diretto delle forze dell’ordine e del Comune come recita l’articolo 21 della legge regionale 6 maggio 2014 numero 13 secondo il quale Il Comune competente per territorio esercita l'attività di vigilanza sulle strutture e sui servizi socio assistenziali disciplinati dalla presente legge avvalendosi, per gli aspetti di natura sanitaria, dei servizi dell'Azienda sanitaria regionale in conformità alle modalità stabilite dal regolamento regionale di cui all'articolo 25.

Condividi su:

Seguici su Facebook