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Riunificazione, Palomba: «Il futuro del Molise non può essere deciso a tavolino, la parola ai cittadini»

L'intervento del consigliere regionale abruzzese dell'Italia dei Valori

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Riunificazione tra Abruzzo e Molise, Palomba: «Il futuro del Molise non può essere deciso a tavolino da quattro politici più o meno interessati. La proposta dell'Idv, semplice e chiara, è di coinvolgere dirattamente la popolazione, con un referendum». Così il consigliere regionale Paolo Palomba (Idv), da tempo promotore della riunficazione tra Abruzzo e Molise, entra nel dibattito che sta infiammando la classe politica molisana in questi giorni. «Apprendo dalla stampa molisana che il Governatore Iorio è contrario alla riunificazione tra le due regioni, perché “il ritorno al passato vanificherebbe la lotta per l’autonomia condotta dagli avi, ma soprattutto perché il Molise tornerebbe ad essere una provincia emarginata con la conseguente penalizzazione di servizi per la popolazione”. - continua il consigliere abruzzese Palomba, la cui famiglia, tra l'altro, è originaria di Poggio Sannita, proprio nel Molise - La mia opinione, condivisa dal collega consigliere regionale molisano Cristiano Di Pietro e dallo stesso leader nazionale dell'Italia dei Valori, è che debbano essere i cittadini, i molisani, a decidere, né Iorio né altri. Nel '63 poche autorevoli persone, a tavolino, decisero la divisione tra Abruzzo e Molise. Non è possibile, oggi, fare altrettanto, ma su scelte così importanti è necessario sentire direttamente il parere del popolo che, forse è opportuno ricordarlo a qualche esponente politico, è e resta sovrano. Decidano i molisani e gli abruzzesi se è meglio spendere il doppio del denaro pubblico per mantere due Consigli regionali, due Giunte, pagare l'indennità a due Governatori e agli assessori. Doppie spese per auto blu, doppie indennità di carica per i consiglieri, doppie strutture e via elencando. Queste sono le questioni sulle quali confrontarsi e sulle quali è indispensabile e irrinunciabile sentire il parere non certo dei politici, che ovviamente non hanno alcun interesse a dimezzare le proprie poltrone, ma dei cittadini».
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