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Torna dal confine con la morte e scopre l’assassino

L’amica era stata uccisa e lui, colpito a sua volta, era caduto in coma.

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L’8 giugno scorso, a Montegaldella, nel vicentino, Paolo Zorzi era in compagnia della sua amica Marianna Sandonà. Vennero aggrediti sul piazzale antistante il loro condominio. Lei fu colpita da 19 coltellate; lui da due coltellate che gli avevano perforato un polmone. L’amica mori sotto quei feroci colpi; lui fu ricoverato in ospedale e posto in coma farmacologico.
Si è svegliato urlando, agitandosi e smaniando come se volesse ancora difendersi dai fendenti portati dall’aggressore. Pian, piano, ha ritrovata un equilibrio seppur poco stabile, ma ha potuto raccontare quel che era successo.
Lui, Paolo, aveva accompagnato la sua amica, Marianna, a un incontro di cui avrebbe dovuto essere testimone in caso l’incontro fosse degenerato. Marianna chiedeva supporto e aiuto e protezione. Non è servito a nulla, perché l’aggressore si presentò con un coltello dalla lama di dieci centimetri e, senza profferir parola, uccise Marianna e mando all’ospedale, in coma, Paolo.
Ora Paolo è svegli e lucido e può rivelare il nome dell’aggressore. Si tratta dell’ex convivente, il camionista vicentino Luigi Segnini, assicurato alla giustizia, in carcere a Padova. L’assassino sperava che Paolo non si svegliasse più dal coma. Non è stato così e questa povera donna, potrà ottenere giustizia, in un paese dove è molto difficile averla. 

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