Oggi pomeriggio il Presidente del Consiglio ha relazionato il Senato in merito ai fatti che hanno visto esponenti della lega trattare con esponenti russi circa un finanziamento di 65 milioni di dollari per la campagna elettorale delle ultime elezioni europee.
La sua è stata una difesa d’ufficio del suo Governo, informando i cittadini di questioni già note come il fatto che Savoini, agli incontri istituzionali con delegazioni russe, non facesse parte di delegazioni governative italiane. Pur tuttavia ha confermato che Savoini fosse presente perché invitato da D’Amico il consulente per attività strategiche di Salvini a Palazzo Chigi. Ha confermato la fiducia al suo Ministro degli Interni non avendo riscontrato azioni che potessero aver messo in discussione la collocazione internazionale dell’Italia. In, definitiva, il Presidente Conte ha letto un rapporto stile “avvocato del Governo” e non avvocato del popolo italiano, perché riesce difficile scindere, come lui ha fatto, le responsabilità del Ministro da quelle del suo consulente D’Amico, a sua volta socio e amico di Savoini. È piuttosto strano che Conte possa considerare del tutto inefficace l’azione del suo vice-premier che di nascosto si incontra, a Mosca, con il ministro degli interni russo, che ceni con Savoini la sera prima che lo stesso Savoini incontri la delegazione cui chiedere finanziamenti.
Ovviamente, le opposizioni, con toni e contenuti diversi, hanno rispedito al mittente (Conte) la sua relazione chiaramente priva di ogni elemento utile a trafugare ombre pesantissime sui collegamenti Lega-Russia.
In particolare, il PD, con una azione ritardata rispetto a richieste che venivano da molti parlamentari del gruppo alla Camera e al Senato, ha deciso di presentare una mozione di sfiducia individuale contro il Ministro Salvini, per la sua inaccettabile posizione di disprezzo verso le istituzioni e soprattutto per il fatto che
- Salvini intrattiene, anche a insaputa del suo Presidente del Consiglio, rapporti particolari con la Russia, sospettata da molto tempo di impicciarsi di elezioni e di equilibri politici in democrazie occidentali, a cominciare dagli Usa e dal Regno Unito";
- Salvini ha, prima, dichiarato di non sapere a che titolo Savoini fosse presente a Mosca, con lui, poi, dopo che si è appurato tutto quanto combinato da Savoini, non ha deciso di portarlo in giudizio, querelarlo e chiedergli i danni economici,
- infine, Salvini va dicendo che non ci sono prove, che non c'è stato un passaggio di soldi. Tutti sanno che, quando si fanno operazioni di questa natura, è chiaro che si fa il possibile per non lasciare tracce in giro.