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C’è un tragico problema Mezzogiorno. Il Governo lo ignora 

TAV, Pedemontana, Immigrazione, Autonomia regionale. Reddito minimo. Intanto il SUD affoga.

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Il 29 maggio 2019 in un mio articolo ( https://enzodelliquadri.com/2019/05/29/il-sud-sta-morendo-e-non-ci-saranno-redditi-di-cittadinanza-o-altri-marchingegni-a-salvarlo/scrivevo: il SUD è stato terreno degli esperimenti più nefandi, neri e arretrati da 150 anni a questa parte. Una classe dirigente meridionale cialtrona, ingorda e inconcludente, un Nord imprenditoriale aggressivo e feroce, un Governo del Paese, prima monarchico, poi democratico, poi fascista, poi di nuovo democratico ma sempre pervaso da una cultura pur essa cialtrona sul modo di intendere società, mercato, concorrenza e produttività, hanno fatto di questa terra meravigliosa baciata da Dio un territorio di lacrime e sangue in cui chi riesce a sopravvivere è un eroe ma tanti, troppi non hanno avuto neanche la possibilità di dimostrare il loro eroismo, costretti ad abbandonare la loro terra.
Oggi arriva il rapporto SVIMEZ a confermareuna situazione drammatica. Lo sintetizzano così tutti i giornali italiani:  Dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni le persone emigrate nel periodo compreso tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 nel solo 2017. Di queste ultime 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33,0% laureati, pari a 21.970). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852 mila unità. Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all’estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali. 
Negativa anche la proiezione del Pil per il Sud che “nel 2019 calerà dello 0,3% mentre il resto del paese crescerà dello 0,3% aumentando la divaricazione che, “all’interno di un paese fermo porta il Mezzogiorno in recessione
Questo è un fenomeno molto molto più problematico dell’immigrazione o della TAv e altre infrastrutture o dell’Autonomia Regionale o delle tasse da ridurre. Evidentemente per Salvini e Meloni l’Italia non è una. Se lo fosse,  il fenomeno meriterebbe molta più attenzione da parte di qualsiasi governo. Con la stupida giustificazione della sicurezza contro paure montate ad arte, procede vittoriosa la falange nordista: Senza colpo ferire e con il supporto di meridionali spaventati il Capitano sta determinando le condizioni per una secessione, la stessa voluta da Bossi trent’anni fa. 
Il sud è un territorio ricchissimo di potenzialità, dove vive un terzo degli abitanti d’Italia, che si sta trasformando in un’enorme, desolante terra senza speranza, soventemente tenuta in scacco dalle mafie, dal clientelismo e dal familismo amorale. La questione meridionale non è più al centro di alcuna agenda di governo da tempo immemore e lo spopolamento di alcune aree ha raggiunto livelli record. Mali che fatalisticamente scoraggiano e opprimono. E rimedi all’orizzonte non se ne vedono.

 

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