I sondaggi sono impietosi. Il 35% dei consensi che Berlusconi riuscì a raccogliere alla fine del secolo scorso, già nel 2014 si ridusse al 21%. Ancora baldanzoso poteva permettersi di dire: "Posso fare campagna elettorale e con me possiamo salire dal 21, come ora ci danno i sondaggi, al 30 per cento". Invece è stato un vero massacro: dal 21% si è scesi al 14% delle Europee ed è di questi giorni la notizia che Forza Italia sia precipitata intorno al 5%, nettamente superata dal 7% di FdI della Meloni, diventando così solo il quinto partito nazionale dopo la Lega, il PD, il M5S e, appunto FdI.
E non è finita. Solo il 19 giugno scorso Silvio Berlusconi aveva designato il Governatore della Liguria, Giovanni Toti e la deputata Mara Carfagna a coordinare il rilancio di Forza Italia. Quando si è accorto che i due candidati stavano facendo una effettiva rivoluzione nel partito, con primarie aperte a tutti che avrebbero potuto mettere in pericolo la sua leadership e, di conseguenza, la sua capacità di condizionare la Lega e il Governo su scelte riguardanti le sue aziende, Berlusconi, il 1° Agosto, li ha spiaggiati, defenestrandoli, facendo sorgere, da un non meglio specificato tavolo delle regole, un nuovo Partito, l’Altra Italia, e richiamando al comando le sue fedeli ancelle Gelmini e Bernini, nonché il fedele soldatino, Tajani.
A questo punto, Giovanni Toti e Carfagna si sono sganciati con dichiarazioni di fuoco.
Mara Carfagna: «Forza Italia si è trovata a un bivio: agire per accontentare una ristretta classe dirigente o dare risposte alle centinaia di migliaia di elettori e dirigenti sul territorio che chiedono di avviare una nuova stagione. Ha scelto la direzione sbagliata».
Giovanni Toti: "Non credo in una federazione di centro equidistante dai poli di destra e di sinistra. Noi non siamo equidistanti dal Pd, noi siamo gli avversari del Pd". Questa scelta, adesso, è il modo migliore per uccidere Forza Italia”.
Sono pronti a far le valigie per lasciare Forza Italia e seguire Toti e Carfagna altri diversi parlamentari finora fedeli a Berlusconi. Persino Brunetta insorge con parole non amichevoli contro la scelta scaturita dal tavolo delle regole. "L'esito del lavoro del Tavolo delle regole mi sembra fallimentare e totalmente inadeguato rispetto al mandato ricevuto dal presidente Berlusconi, oltre che insufficiente a risolvere i problemi di Forza Italia", dichiara l'ex ministro, che chiede"al presidente Berlusconi di convocare al più presto un Comitato di presidenza di Fi e il Consiglio nazionale".
Forza Italia è chiaramente allo sbando, con la prospettiva di raggiungere consensi da prefisso telefonico.