AGNONE. Un bimbo di cinque mesi piange nelle contrade isolate di Agnone. Con i suoi occhioni guarda la mamma e cerca il latte. Desidera un cenno di approvazione dal genitore. Un gesto che riesca a soddisfare la sua fame. Tutto inutile, perché la mamma è consepevole che il nutrimento è finito da un pezzo. Fuori, intanto, imperversa la bufera. Il maltempo non dà tregua. Le strade sono impraticabili, la neve ha sommerso qualunque cosa. Contrada “Ciccotondo” alle porte di Agnone, ore 8 della mattina, scatta la telefonata al distaccamento dei Vigili del fuoco. Gli uomini di via “Degli Emigranti” sono impegnati su più fronti. Capracotta, Pescopennataro, Pitrabbondante, Vastogirardi, nella caserma ficoccano le telefonate di soccorso. Ma c’è un bimbo di cinque mesi che nelle contrade sperdute di Agnone non ha da mangiare, continua a piangere e guarda la sua mamma, impotente. Si cerca una squadra disponibile pronta ad affrontare una nuova impresa, una nuova sfida da vincere ad ogni costo. Si sale sul Combi 4x4, senza pensarci troppo, giusto il tempo di caricare due paia di ciaspole e qualche altra pala. Non si sa mai. Sul vetusto mezzo il capo-squadra Michelino Orlando e il vigile Paolo Spadanuda. Esperienza da vendere, anni e anni passati a soccorrere la gente in qualsiasi condizione anche estrema. Prima di tutto vengono le persone.
E’ il vangelo che ogni vigile del fuoco porta con se.
Conoscono la zona e le possibili difficoltà che incontreranno. Nel tragitto fanno mente locale, sanno che ogni attimo perso potrebbe essere fatale. Percorrono in velocità la Provinciale che porta al Verrino e quando devono imboccare la strada per arrivare all’abitazione un muro di neve gli sbarra la strada. Non si passa. Strada off-limits anche ai mezzi spazzaneve che non sono riusciti a sfondare la barriera.
Hanno con loro il latte in polvere. Un solo sguardo d’intesa e via. Zaino in spalle e ciaspole ai piedi. Si parte. Mezz’ora, un’ora, un’ora e mezza di cammino su oltre due metri di neve, ma dell’abitazione nulla. Solo bianco e qualche albero. Si fanno coraggio a vicenda non perdono mai la speranza, pensano a quel bimbo che piange e al dramma che sta vivendo la mamma. La fatica si fa sentire i muscoli si induriscono, il vento gelido taglia i volti di entrambi che però continuano a camminare spediti. D’un tratto, dopo due ore di cammino, ecco la casa, bussano. Il portone si apre e alla vista dei due in divisa la mamma del piccolo Luca (nome di fantasia) crolla, non riesce a trattenere le lacrime. Abbraccia i due vigili che le porgono immediatamente il latte in polvere. Luca finalmente mangia felice. Ha solo cinque mesi ma ricorderà per tutta la vita questa storia che un giorno gli sarà raccontata dalla mamma. Michelino Orlando e Paolo Spadanuda salutano con un sorriso: ad attenderli altre due ore di cammino sulle ciaspole. Non si sentono degli eroi. Sono stremati ma felici per aver assicurato il cibo ad un bimbo che adesso ha smesso di piangere.