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Giro di consultazioni chiuse, la parola a Mattarella: il Movimento 5 stelle chiude alle elezioni e presenta 10 punti per governare

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Dopo la fine del primo giro di consultazioni,  il portavoce del Quirinale ha fatto sapere che il presidente Mattarella “rifletterà per un paio d’ore”, prima di comunicare le proprie decisioni, in serata. Occhi puntati sul Colle dunque, dopo che anche l’ultimo colloquio, quello con il M5s si è concluso, con un bilancio che parla, per ora, di una maggioranza presente in Parlamento che si p detta disposta

La delegazione M5S composta da Luigi Di Maio e dai capigruppo di Camera e Senato, l’ultima ricevuta da Mattarella in questo primo giro di consultazioni, parlando alla stampa al termine dell’incontro ha fatto sapere di essere contrario ad andare alle elezioni, aggiungendo di “aver avviato tulle le interlocuzioni necessarie ad arrivare a una maggioranza solida”, a partire dalla convergenza sui dieci punti elencati dal leader pentastellato come le condizioni imprescindibili poste dal movimento.

Il primo punto di caduta sul quale dovrà riflettere il presidente della Repubblica, dunque, è la presenza in Parlamento di una maggioranza per ora contraria alle urne e disposte a ragionare su una nuova maggioranza.

Matteo Salvini, seppur non nominato, è stato aspramente criticato da Luigi Di Maio per “l’apertura unilaterale della crisi”, perché secondo Di Maio la “fine prematura” dell’esecutivo gialloverde avrebbe “bloccato riforme determinanti”.
Con la formula del “coraggio non è che di chi scappa, ma di chi prova a fare le cose”, e con la postilla che ”il voto non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani”, insomma, il capo del M5s ha chiuso ad elezioni anticipate, aprendo a un governo che per la corposità dei contenuti elencati non può che essere di legislatura, e che per i toni usati nei confronti dell’ex alleato (che pure dopo il colloquio col Capo dello Stato aveva provato una ricucitura nella maggioranza) non può che essere immaginato con il Pd.

I dieci punti del M5s

I punti di un ipotetico programma messi sul tavolo da Di Maio sono dieci(raddoppiando quelli del Pd), e nello specifico sono: taglio dei parlamentari; una manovra equa, con lo stop all’aumento dell’Iva; un green new deal; conflitto di interessi e riforma della Rai; dimezzamento dei tempi della giustizia e riforma del metodi di elezione del Csm; Autonomia differenziata e riforma degli enti locali; legalità, con la lotta all’evasione fiscale, alle mafie e ai traffici illeciti; un piano straordinario di investimenti per il Su; una riforma del sistema bancario; tutela dei beni comuni come scuola pubblica, sanità e risorse idriche.

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