La contassero in un altro modo, perché, di certo, non può essere il taglio dei parlamentari l’ostacolo a un eventuale governo giallo-verde.
Credo che solo un folle può pensare che possa perpetuarsi, senza far girare la testa oltre a qualcos’altro agli italiani , una istituzione parlamentare come quella italiana che presenta un numero esorbitante di parlamentari. Dalla tabella in copertina si evince chiaramente come l’Italia sia all’ultimo posto, nel mondo, nel rapporto popolazione parlamentari: 63 mila circa contro i 70 mila della Francia, i 106 mila della Germania e i 180 mila del Giappone, per non parlare degli otre 600 mila degli U.S.A.. Non fa testo il Regno Unito perché lì esiste la camera del Lord con un numero di parlamentari non eletti ma indicati a vita.
Pertanto, giocoforza, un taglio dei parlamentari è giusto. Resta il problema su come effettuarlo. Un taglio sic et sempliciter dei parlamentari, considerata l’attuale legge elettorale, provocherebbe una stortura inaccettabile nella rappresentanza parlamentare. In sintesi, come rileva Federico Fornaro, parlamentare di Leu e considerato un «mago» di questi numeri: Il mix di meccanismo maggioritario (37%) e proporzionale (63%), previsto dall’attuale legge elettorale e il minor numero di seggi a disposizione favorisce i partiti più grandi, specie al Senato. la soglia per entrare in Senato in Piemonte e in Veneto non sarebbe più del 3% ma dell’11, in Friuli del 25, in Abruzzo e Sardegna del 33; in molti casi dunque una intera regione finirebbe per essere rappresentata a Roma da un solo partito. In generale Lega, M5S e Pd farebbero la parte del leone e chi dei tre dovesse prevalere «schiaccerebbe» gli altri due su posizioni minoritarie. In pratica l’intero sistema elettorale prenderebbe una svolta fortemente maggioritaria.
Pertanto, è corretto che il taglio venga accompagnato da una rivisitazione della legge elettorale che equilibri la rappresentanza parlamentare in tutto il territorio nazionale.
Un eventuale fallimento del tentativo di governo giallo-rosso non può, quindi, essere attribuito a questo aspetto della politica italiana. Ne raccontassero un altro.