CASTIGLIONE MESSER MARINO - L’Alto Vastese abbandonato dalle istituzioni. E’ la sintesi della protesta di Sandro Di Carlo, titolare delle omonime autolinee. Mezzi sgombraneve della Provincia che si rompono in continuazione, per non parlare di quelli tenuti al calduccio in garage perché magari manca il personale per guidarli. E la viabilità dell’Alto Vastese cola a picco.
«La provinciale tra Schiavi e Castiglione è stata aperta solo dopo cinque giorni dalle ultime nevicate, - tuona Sandro Di Carlo - uno scandalo. Le nostre corse per la Val di Sangro, sulla quale viaggiano operai che devono andare al lavoro, hanno subito pesanti ritardi, fino a due ore rispetto alla normale tabella di marcia. Tra l’altro le corse sono partite da Castiglione, lasciando a piedi eventuali passeggeri di Schiavi. Non c’è un minimo di garanzia sulle strade dell’Alto Vastese. Penso ai miei autisti che rischiano la vita su quei mezzi, mentre la Provincia non riesce ad assicurare un minimo di viabilità in sicurezza. Non è così strano che a oltre mille metri di altitudine, in pieno inverno, nevichi e anche tanto. Io sono di Schiavi, sono abituato alla neve. C’è poco da fare, quando nevica servono mezzi e personale. Ciò che è accaduto in questi giorni nell’Alto Vastese dimostra ancora una volta che si tratta di un territorio completamente abbandonato e dimenticato dalle istituzioni».
Pesante, ma assolutamente veritiero e condivisibile, lo sfogo di Di Carlo. Di mezzi spazzaneve impiegati la Provincia ne ha davvero pochi nell’Alto Vastese. Tra l’altro quelli in servizio, pur revisionati durante l’estate, puntualmente si rompono durante l’utilizzo in inverno. Caso embleatico è una delle due turbine in dotazione a Castiglione che solo nei giorni scorsi è stata riparata per un guasto meccanico. Altri mezzi sono fuori uso da tempo, come la ruspa (in foto, ndr) che giace abbandonata nei pressi di frazione Padulo.
Un mezzo imprigionato dalla neve, che ben rappresenta l’immagine della Provincia, quasi impotente al cospetto del Generale Inverno.
I pochi dipendenti dell’ente, spesso da soli a bordo dei mezzi, quindi in precarie condizioni di sicurezza, si spaccano di lavoro, con orari impensabili, fino a quindici ore di servizio continuative. Nemmeno gli schiavi in Cina. A loro bisogna dire grazie, alla Provincia forse no.