Con una nota inviata il 26 marzo 2020, al Direttore Generale
dell’ASREM dott. Florenzano e al Direttore Generale della Salute della
Regione Molise la Dott.ssa Gallo, ho richiesto di assumere particolare
attenzione a quei nuclei familiari e agli operatori che prestano
assistenza e cura a persone con quadri clinici così vulnerabili in
situazioni, come quelle in atto, di elevato stress, considerate le
disposizioni adottate dal Governo allo scopo di contrastare e contenere
il diffondersi del virus COVID-19. É quanto dichiarato da Aida
Romagnuolo di Prima il Molise. Le norme attualmente in vigore, per
contenere la pandemia, ha continuato Romagnuolo, hanno determinato per
tutti, la drastica restrizione o l'interruzione delle attività
abituali. A questo quadro drammatico, per le persone che presentano
condizioni di elevata fragilità psichica e quadri spesso associati a
severi disturbi del comportamento, si aggiungono l’interruzione dei
quotidiani rapporti con i contesti di cura socio-sanitari e di tutti
quegli interventi “informali” che incidono positivamente sulla loro
salute. Il rischio è un aumento considerevole della condizione di
vulnerabilità. Ho richiesto quindi, ha proseguito Romagnuolo, di
prestare la massima attenzione a queste problematiche, mettendo in campo
misure alternative per rispondere alle esigenze di intervento
domiciliare, permanente, continuativo e globale. Molte manifestazioni
del disagio, proprie dei quadri diagnostici citati e aggravate dalla
situazione attuale, sono scarsamente gestibili nell’esclusivo spazio
del domicilio in una condizione di restrizione assoluta dei movimenti.
È dunque necessario, e quanto mai auspicabile, in tale fase
emergenziale, ha concluso Romagnuolo, consentire per i quadri clinici
che lo richiedono, eventuali uscite dall’ambiente domestico come
indispensabile azione di prevenzione e gestione delle crisi
comportamentali connesse alle relative condizioni psicopatologiche.