La surroga è stata eliminata. Gli assessori saranno anche consiglieri. Hanno votato sì per l'emendamento che porta la firma di Greco e Iorio, tutta la maggioranza di centrodestra e il Movimento Cinque Stelle. Gli unici tre no sono stati detti da Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla del Partito Democratico e Michele Iorio che della maggioranza è un elemento sempre critico. Si è scritta una pagina che cancella due anni di democrazia. Che elimina dal panorama politico, quello ufficiale, quattro persone che avevano creduto in un sistema elettorale che è stato modificato in corso d'opera. Sono stati cancellati quattro consiglieri che in ogni modo avevano sempre rispettato le regole della maggioranza. Si è eliminato il consigliere a termine, secondo Cinque Stelle e centrodestra, ma si sono eliminati anche quei quattro consiglieri che hanno permesso a Donato Toma di diventare proprio con le elezioni di due anni fa, la carica di presidente della Regione Molise.
Senza quei voti e quelli di chi ha sperato di rientrare con la surroga, probabilmente, Toma non avrebbe nemmeno vinto le elezioni. Ma chi sono le persone tirate fuori dal Consiglio regionale? Massimiliano Scarabeo, politico di esperienza, già presente in altre legislature e che ha sempre tenuto atteggiamenti critici verso le maggioranze a cui è appartenuto. Antonio Tedeschi, il consigliere che con il reddito di residenza aveva reso famoso il Molise anche in Cina. Paola Matteo, nota per aver combattuto contro la ludopatia e per i diritti della donne. E Nico Romagnuolo, che nella scorsa legislatura entrò per pochi mesi in sostituzione di Michele Iorio. Il suo destino resta quindi quello di essere estromesso. Gli unici a cercare di difendere questa democrazia sono stati i consiglieri del Pd e Michele Iorio. Che hanno anche sostenuto la possibilità di impugnativa di questa legge.
Potrebbe essere tutto annullato nel merito dal Tar ma per saperlo bisogna attendere il 13 maggio. Oltre il danno la beffa. La rappresentanza femminile si riduce. Da 5 donne ne restano 4. Due di maggioranza (Aida Romagnuolo e Mena Calenda). Micaela Fanelli del Pd e Patrizia Manzo del Movimento Cinque Stelle. Dopo aver messo mano a una legge elettorale che rappresentava la democrazia è stata votata dalla maggioranza anche l'interpretazione autentica della legge che serve a rendere legittimo l'effetto retroattivo. Il cavallo Maurizio Tiberio non è come quello di Caligola, ma è servito a questa maggioranza allargata a legittimare il consiglio ed eliminare i quattro consiglieri regionali supplenti come un cavallo di Troia di Toma e Greco.