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Consiglio regionale al tempo di Covid 19: divorzio tra Greco e Toma, la casta non rinuncia ai privilegi

Bocciato l'emendamento 5 stelle sul taglio di indennità di carica e di funzione. Toma: la carità la faccio ma non lo dico, no a spot elettorali

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Il matrimonio di interessi tra il presidente Toma e il Movimento Cinque Stelle, celebrato con l'abrogazione della surroga,  Ã¨ finito dopo meno di un giorno. Gli interessi non convergevano sul contenuto dell'emendamento 84 della legge di stabilità. Dove il consigliere Greco aveva chiesto che tutti i consiglieri si tagliassero del 50% l'indennità di funzione e trattenessero per se solo il 65% dell'indennità di carica. L'obiettivo era il fondo per i nuovi poveri per il Covid 19. 

Per Greco è una misura congrua da tutti i gruppi politici per tagliare le indennità. Aveva chiesto anche di tornare in capigruppo e creare un subemendamento per mettersi d'accordo su un contributo condiviso. 

Donato Toma si è detto in grave imbarazzo per la proposta " anche perchè ha un fine politico e non voglio voti per la carità. "la vera carità è senza ostentazione - ha continuato Toma- la Filosofia che ha ispirato me e la mia famiglia. Mai mi sarei aspettato che una cosa del genere venisse portata qui in aula. Ci sono persone come me che amerebbero farlo e vogliono farlo. Ma questo sembrerebbe ostentare e non lo voglio fare. Il nostro contributo lo voglio fare ma non lo voglio ostentare. La mano destra non sappia quello che faccia la sinistra. Sì alla solidarietà e no a questo emendamento. Ognuno è responsabile con la propria coscienza. Ognuno di noi vive in un Quartiere. Io sono di Sant'Antonio Abate. Non voglio essere costretto altrimenti non è carità ma è un'operazione elettorale".

Nessun taglio quindi per i consiglieri regionali e nemmeno per i dirigenti. L'emendamento 83 viene bocciato con 9 favorevoli e 12 contrari. Il numero 84 è stato ritirato e riguardava i dirigenti regionali con uno stipendio superiore a 60mila euro. 

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