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La sanità secondo Toma: per il Covid 19 si punta ancora sul Cardarelli di Campobasso. Per Agnone l' ospedale di area disagiata

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Il presidente della Regione Donato Toma, in una videoconferenza stampa, ha illustrato il suo progetto di sanità. Che non prevede il centro Covid di Larino. Al quale però dice di non volersi opporre. Di contro la Regione non ha alcuna intenzione di escludere dal piano Covid il Cardarelli di Campobasso. Una decisione che potrebbe portare altre proteste.
 
Vediamo invece che idea ha dell' organizzazione ospedaliera.
 
Cardarelli di Campobasso come hub Dea di Secondo livello. Nosocomi di Isernia e Termoli come spoke di primo livello. 
 
Per Agnone  è previsto il riconoscimento di ospedale di area disagiata da realizzarsi mediante accordo di confine con l' Abruzzo. Sarà dotata di 14 posti letto di medicina generale con proprio staff sanitario e di una chirurgia ridotta per interventi in day surgery e week surgey. 
 
E per gli ospedali di Larino e Venafro? È presto detto: saranno riconvertiti in presidi per la riabilitazione di terzo livello. Tutto questo significa centri polifunzionali, pubblici per la riabilitazione, intensiva ed estensiva e per attività in day hospital. Potrebbero essere anche Rsa per ospitare la popolazione anziana necessitante.
 
Per i centri Covid invece la situazione è chiara: é contrario al centro di Larino ma promette di non mettersi di traverso. Ma la sua posizione è quella di sempre: Larino e Venafro per casi di paucisintomatici. L' emergenza però dovrà essere sempre gestita dal Cardarelli di Campobasso, adeguato di un'area adiacente che comprenderebbe 14 posti di terapia intensiva per un costo di 2, 5 milioni di euro. 
 
Niente da fare Toma tira dritto come un treno caricando ancora sul Cardarelli tutta la responsabilità dell' emergenza, qualora ci sia ancora in autunno.
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