AQUA ITALIA (Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, federata ad ANIMA - Confindustria), presenta i dati della nuova ricerca CRA 2012 relativa alla “propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, in Molise.
(Milano) – AQUA ITALIA si fa promotrice da sempre di una “cultura dell'acqua” consapevole che valorizzi le risorse del territorio. Per questo motivo, dal 2006 l'Associazione svolge periodicamente una fotografia del consumo dell'acqua del sindaco in Molise. La ricerca CRA Nielsen 2012 ha quotato la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non al 72,9%.
Di questi, il 38,6% degli intervistati dichiara di bere l'acqua del sindaco sempre o quasi mentre il 24,8% la beve occasionalmente e il 9,6% la beve raramente. I principali motivi per cui preferiscono l'acqua a km zero sono la bontà (28,2%) seguita dai maggiori controlli rispetto alla cugina in bottiglia (18,2%) e dal minor costo (16,2%).
In particolare poi, il 17,6% degli intervistati dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell'acqua nella propria abitazione. La tipologia più gettonata è la caraffa filtrante, scelta dall'11,9% degli intervistati seguita con gran distacco dagli apparecchi con filtro per l'eliminazione del cloro che conquistano il 3,2% delle preferenze e dai sistemi di refrigerazione o gasatura che si attestano all'1,9%. Nel dettaglio, il 37,2% di chi possiede un sistema di affinaggio dell'acqua ha sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica ma il 27,4% non conosce l'esistenza di questa opportunità, segno che la comunicazione, in questo senso, potrebbe essere più incisiva.
Infine, si è indagato sul fenomeno dei Chioschi dell'Acqua, l'evoluzione delle antiche fontanelle che oggi erogano, a seconda della tipologia, acqua refrigerata, gasata o filtrata. Usa o userebbe il servizio (qualora lo proponesse il comune di riferimento) il 60,6% degli intervistati mentre tra i residenti in comuni che non hanno proposto il servizio, solo il 12,9% degli intervistati in caso di attivazione non aderirebbe ugualmente.