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Capracotta: oltre i vestiti, oltre il tempo

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Capracotta. Sono circa le 21 e 30 quando, sabato 25 agosto, arriviamo in Via Carfagna trovandola completamente gremita di gente.
Camminiamo lentamente, possiamo dire che c’è traffico pedonale, ed una coda di persone ci segue. Arriviamo quindi a fatica alla rampa di scale laterale che affaccia sulla Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo che, come ci ricorderanno durante la serata è stata location di numerosi matrimoni i quali abiti sfileranno in seguito.
Al nostro arrivo un emozionato Bruno Cerimele sta già presentando la serata  dicendo a tutti i presenti che le spose, per così dire, che avrebbero sfilato sarebbero state circa 75. Gli abiti provenivano dunque da prestiti di donne capracottesi sposatesi in altri tempi. Inutile scrivere che durante l’intero defilé si è assistito ad uno spettacolo fatto di una pluralità di stili e di colori che oggi potrebbero sembrarci inappropriati tuttavia, tenendo l’orecchio teso, potevamo sentire mamme e nonnine che apprezzavano l’abito in questione; ciò è servito a capire quanto sia complessa la storia della moda e come questa si evolva a seconda del contesto socio-culturale nel quale viene disegnata.
A rendere ancora più viva la serata, gli interventi di Hongmei Nie che con la sua voce ha incantato tutti i presenti; i minuti che precedevano le sue performance, così come gli attimi seguenti, erano momenti di silenzio, un tempo colmo di stupore. La Nie infatti nel parlare italiano, ovviamente, esita oppure sbaglia qualche parola ma quando canta la musica la rende sicura e allora la voce si fa forte e le parole decise. È per questo che anche lei presentandosi ci ha scherzato sopra, dopo essere inciampata nelle sue stesse parole “Tranquilli!” ha esordito “quando canto questo non succede.”
Sentiti anche gli interventi del sindaco e quello del regista della serata: lo stilista internazionale Sebastiano Di Rienzo che ha coordinato l’intero palco scenico.
Tuttavia, a noi profani della moda, c’è qualcosa che è arrivato più in fondo. Nonostante le bellissime parole del sindaco e le toccanti frasi, arricchite di qualche battuta, dello stilista a sfiorare la nostra sensibilità sono stati i volti delle modelle. Ragazze da noi conosciute che in quel momento avevano espressioni regali, miste ad agitazione.
Abbiamo chiesto ad una di loro: Cosa hai provato?
Lei, molto timidamente, ha risposto: “Durante le prove, ma anche dietro le quinte, ci si sente fuori luogo. Poi tutto inizia a diventare normale, quasi familiare, e cominci a divertirti. Poi c’è il momento in cui sfili e lì vieni sommersa da un’infinità di sensazione: eccitazione, felicità ma anche paura. Paura di cadere, di rovinare il vestito o di compromettere l’esito della serata.”
Paure comprensibili ma per questa volta immotivate poiché la serata è andata liscia come l’olio e alla fine il mare di spettatori è tornato soddisfatto e commosso a casa dopo un così emozionante viaggio nel tempo.

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