Ci troviamo alla stazione Termini di Roma. Sono le 16:45 e aspettiamo di vedere sul tabellone, che oggi dà i numeri, il binario per il nostro treno in direzione Campobasso delle 17:08.
Sappiamo che il treno fa scalo a Cassino e che quindi non troveremo solo Campobasso come direzione e sappiamo che per ogni treno che va in Molise il binario viene comunicato solo qualche minuto prima della partenza. La maggior parte delle volte, infatti, è più facile seguire il fiume di gente che corre verso un binario, che ormai noi molisani conosciamo bene vista la sua posizione dislocata rispetto alla stazione, il 20 bis.
Questa volta però c’è qualcosa che non va: sul tabellone spuntano i binari per le vetture che partono alle 17:20 e della nostra nessuna traccia. Alle 17:08 è prevista una sola partenza la cui direzione è Benevento. Generalmente sul tabellone appare una scritta che recita più o meno così “Campob-Benevento Testa”. Il 12 settembre leggiamo solo Benevento. Onde evitare di prendere il treno sbagliato chiamiamo il numero verde delle Ferrovie dello stato, a pagamento. La chiamata ci costa 2.62 per scoprire che dobbiamo andare al binario 19 in direzione Benevento.
Partiamo con 8 minuti di ritardo e dopo pochi metri ci fermiamo per altri 2 minuti. Ci troviamo a parlare con un signore che conosce bene la storia del Molise, in qualche modo l’ha costruito, che ci dice: “Il fatto che sulla tabella compaia solo il nome di Benevento è l’ennesima prova che il Molise conta sempre meno o, meglio che le amministrazioni che dovrebbero imporsi, non lo fanno.” Continuando il nostro viaggio notiamo, come al solito, che metà dei passeggeri presenti sul treno scendono a Cassino.
Anche qui commentiamo assieme al signore sovra citato “Ogni volta è sempre la stessa storia: i lavoratori di Cassino preferiscono prendere i nostri treni che fanno scalo a Cassino nonostante abbiano un’ampia scelta. Il risultato? I Molisani viaggiano in piedi. La colpa però va di nuovo all’amministrazione che non si oppone e non chiede che vengano modificate le tratte o, quanto meno, aggiunta una carrozza.”
Insomma, il tempo passa ma i problemi restano gli stessi. La domanda che ci poniamo è: tutto ciò è una sfida? Aspettano che l’utente si ribelli? O contano sul fatto che al giorno d’oggi non c’è scelta?
Ad ogni modo tutto ciò non è giusto. I pendolari sono già abbastanza sacrificati per costringerli a viaggi come questi su vecchi treni paragonabili a quelli dei film di Harry Potter perché, si esistono delle macchine nuove, ma è veramente difficile trovarle in stazione.