L'avanzare della variante Omicron ha fatto emergere tutti i limiti del Sistema sanitario regionale, in particolare quelli legati alle inefficienze dell'architettura informatica composta da una costellazione di software obsoleti che non 'dialogano' tra loro. Solo poche settimane fa sollevai il problema del tracciamento, saltato anche a causa di un software farraginoso che impediva ai medici di Medicina generale e farmacisti di inserire autonomamente le refertazioni e prenotazioni dei tamponi molecolari. A distanza di pochi giorni, nonostante le modifiche apportate alla Sorveglianza integrata Covid (Sic), il software mostra una serie di problematiche irrisolte.
La risultate vede centinaia di cittadini che non riescono ad ottenere il green pass da guarigione. Il sistema Sic, infatti, non dialoga con le altre piattaforme, a cominciare da quella nazionale della tessera sanitaria (Ats). Per questo motivo migliaia di persone non ricevono il green pass neanche dopo settimane dalla negativizzazione, una procedura automatica nel resto d'Italia. Non in Molise dove è ancora affidata alla manualità dei singoli operatori in servizio presso il Dipartimento di Igiene e Prevenzione di Asrem.
I notevoli ritardi sul rilascio dei green pass è il classico assurdo in 'salsa nostrana' conseguenza di una politica miope e inadeguata. Per apprezzare la regolarità di una gestione differente, non bisogna allontanarsi di molto. Basta guardare alla vicina Campania, che si è dotata di un software realmente integrato, il quale consente a cittadini, farmacisti, medici, pediatri e Azienda sanitaria, di accedervi per espletare una serie di servizi. Nella nostra regione invece, nonostante la presenza di un consigliere con delega all'implementazione dei sistemi digitali, Andrea Di Lucente, la situazione assume contorni da 'tragedia greca'. Infatti, a distanza di anni e nonostante una pandemia che ha spinto diverse amministrazioni pubbliche a sfruttare i vantaggi delle tecnologie, in Molise bisogna ancora fare i conti con una moltitudine di software scollegati tra loro. La piattaforma Cisco per i vaccini Covid, Alchymia per le analisi di laboratorio, la Sorveglianza integrata Covid (Sic), a cui si sommano il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e il Sistema tessera sanitaria (Ats) attivo su tutto il territorio nazionale. Senza contare quanto accade per il Cup (Centro unico prenotazioni) che, salvo qualche spot propagandistico, resta un miraggio. Inutile ribadire come una reale integrazione di tutti i software permetterebbe di alleggerire il carico di lavoro degli operatori e offrire servizi più efficienti ai cittadini.
La soluzione potrebbe essere dettata dallo snellimento del sistema con pochi click e rendere tutto automatico. Due concetti che restano lontani anni luce dall'azione di Asrem e Giunta regionale. I farmacisti, gli operatori sanitari e il personale del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sono costretti a caricare manualmente i referti dei tamponi sui vari portali ed è ovvio come non si riesca a tenere il passo vista l'enorme mole di richieste che giungono quotidianamente.
Di conseguenza i cittadini restano senza green pass per settimane. Così, malgrado Donato Toma e Di Lucente abbiano sbandierato una innovazione digitale, la realtà dice altro. Nonostante gli appalti milionari che Asrem continua a concedere, infatti, il sistema messo in piedi non è assolutamente rispondente alle esigenze dei nostri concittadini. Ma si sa: la realtà , a volte, supera davvero la fantasia.