CAPRACOTTA. Giancarlo Ciolfi, capogruppo di minoranza al Comune di Capracotta sprona l'intero consiglio a rinunciare alle indennità di carica. Il tutto per dare l'esempio in momento di forte crisi economica che attanaglia principalmente le zone interne del Paese. Inoltre, Ciolfi nel suo intervento, chiede al primo cittadino di non aumentare le aliquote Imu.
«Durante l’ultimo Consiglio Comunale di Capracotta ho avanzato la proposta di tenere le aliquote I.M.U. sulla prima casa e sulle attività produttive (esistenti e future) al minimo consentito - esordisce Cilfi - e quelle sulla seconda casa e sugli altri immobili a un livello assolutamente accettabile. Sono convinto, infatti, che, in un periodo in cui la pressione fiscale imposta dal Governo centrale ha raggiunto delle percentuali altissime, bisogna evitare, come Amministrazione Comunale, di aggravare tale situazione. I cittadini dei comuni montani come Capracotta, infatti, scontano già enormi difficoltà che, inevitabilmente, si traducono in maggiori costi (distanze dai grossi centri, prezzi del gas da riscaldamento etc…). In questo contesto fissare al minimo le aliquote I.M.U. sulla prima casa e sulle attività produttive - prosegue il consigliere altomolisano - significherebbe incoraggiare i cittadini a rimanere a vivere a Capracotta e gli operatori economici a stringere i denti e, magari, a investire nuove risorse. Per quanto riguarda le seconde case, invece, sappiamo benissimo che esse non rappresentano, nella quasi totalità dei casi, investimenti immobiliari speculativi o comunque fatti a scopo di lucro, ma immobili lasciati in eredità o costruiti con enormi sacrifici. Sono, quindi, l’equivalente di ricordi, di sentimenti, di affetti e, più semplicemente, di “capracottesità”. Per questo un Comune con oltre duecentottantamila euro di avanzo di amministrazione - sottolinea - non può permettersi di attingere ancora una volta dalle tasche dei cittadini, ma deve cercare di reperire nuovi fondi e di ridurre le spese superflue o comunque non strettamente necessarie, ovviamente salvaguardando i servizi. E siamo noi amministratori i primi a dover dare l’esempio, azzerando i cosidetti “costi comunali della politica”. Invito, pertanto, il Sindaco e gli Assessori - conclude - a rinunciare alle proprie indennità, e i Consiglieri ai gettoni di presenza; ciò non servirà, di certo, a risolvere i problemi, ma contribuirà comunque a compensare una parte dei minori introiti che deriveranno dalla riscossione dell’I.M.U.. Per quanto mi riguarda, ho già protocollato la mia comunicazione di rinuncia ai gettoni di presenza in Consiglio fino a fine mandato».