Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Canone depurazione, Marcovecchio investe la Procura della Repubblica

A detta del consigliere di minoranza di 'Agnone Rinasce' i due depuratori non assolvono alle loro funzioni

La redazione
Condividi su:

AGNONE. Canone depurazione, il consigliere di opposizione di 'Agnone Rinasce', Lorenzo Marcovecchio interroga il Comune di Agnone e con una denuncia investe la Procura della Repubblica. Oggetto del contendere gli aumenti della tassa e il mancato o parziale funzionamento dei due depuratori presenti in Agnone.  Di seguito riportiamo entrambi i documenti. 

 

OGGETTO: interrogazione

Il sottoscritto avv. Lorenzo Marcovecchio quale di Consigliere Comunale della lista “AGNONE RINASCE”, ai sensi dello statuto comunale e del regolamento, con richiesta di risposta scritta, sul seguente argomento:


INTERROGO
Da Vostre notizie comunicate alla stampa locale nonché da indiscrezioni espresse al sottoscritto, risulterebbe che i depuratori posti a servizio della cittadina di Agnone non funzionino a dovere.
Nello specifico mentre quello posto in località “sotto maiella” assolverebbe parzialmente al proprio compito, quello posto in località “sotto il fossato” non solo non sarebbe mai stato messo in funzione ma, allo stato, non sarebbe assolutamente in grado di funzionare. Oltre, quindi, ai conseguenti danni ambientali che tale situazione comporta, è da registrarsi una situazione alquanto incresciosa. L’Ente comune, infatti, per dei servizi che sembrerebbe non effettuare è a chiedere il pagamento della tariffa di depurazione. Ciò in palese ed evidente contrasto con la sentenza 335/08 della Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità del pagamento della quota di tariffa relativa al servizio di depurazione, nel caso in cui l’utente sia allacciato alla rete fognaria ma non possa usufruire del servizio perché mancano gli impianti di depurazione o questi sono inattivi.
Quanto appena esposto, inoltre, si andrebbe a sommare all’illegittimo aumento del 70%, avvenuto durante la reggenza commissariale, apportato sul canone di depurazione a fronte della delibera CIPE 117/08 che prevedeva un aumento massimo del 5% per il predetto servizio.
Orbene, la lamentata situazione, oltre a probabili responsabilità penali, andrebbe a spianare la strada anche a richieste, giuste, di risarcimento civili. il comma 2 dell’art. 8 sexies della legge n. 13/2009, con il quale sono stati individuati i criteri ed i parametri per la restituzione agli utenti della quota di tariffa non dovuta riferita al servizio di depurazione, prevede che: “In attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all’esercizio del servizio di depurazione...”.
Alla luce di quanto sopra sono ad interrogarVi, con richiesta di risposta scritta, al fine di conoscere l’effettivo stato di funzionamento degli impianti sopra descritti nonché i lavori sugli stessi effettuati ai fini di un loro ripristino.
Chiedo di conoscere, inoltre, se sono stati previsti accantonamenti in bilancio delle somme che, eventualmente, saranno richieste dai cittadini quale rimborso per quanto versato.
Con Osservanza.
Avv. Lorenzo Marcovecchio

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Lista Civica “Agnone Rinasce”

 

On. Procura della Repubblica
Per il Tramite Caserma CC
Di AGNONE

Il sottoscritto avv. Lorenzo Marcovecchio, nato a Chiaravalle (An) il 29.03.79 e residente in Agnone al C.so Vittorio Emanuele n. 63, con il presente atto
ESPONE
Da notizie apprese da organi di stampa locali e comunicate proprio dal Sig. Sindaco di Agnone, risulterebbe che i depuratori posti a servizio della cittadina di Agnone non assolverebbero al loro compito. In particolare mentre quello posto in località “sotto maiella”, affidato in gestione alla comunità montana ormai in scioglimento, sembrerebbe assolvere parzialmente alla sua funzione, quello posto in località “sotto il fossato” sembrerebbe non solo non funzionare ma non essere nemmeno in grado di farlo.
La situazione esposta, oltre ad aprire la strada a richieste di risarcimento anche alla luce della sentenza 335/08 della Corte Costituzionale, presenta seri problemi da un punto di vista ambientale.
Con il presente, pertanto, anche al fine di esonerare una mia responsabilità quale amministratore (sebbene di minoranza), sono a chiederVi di voler predisporre tutte le analisi del caso sugli impianti in oggetto, magari con l’ausilio del personale militare del NOE.
Con Osservanza.
Avv. Lorenzo Marcovecchio

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook