Nella “Giornata mondiale dell’acqua” (celebrata lo scorso mercoledì 22 marzo), l’Università delle Generazioni di Agnone del Molise rilancia alcune sue proposte, aggiungendone altre per difendere il bene più prezioso per tutti gli esseri viventi, un bene che comincia a scarseggiare per le ricorrenti siccità e per l’uso non sempre appropriato. La prima proposta risale al 2006 ed è stata più volte rilanciata in questi 17 anni; prevede la realizzazione del “lago del Verrino” una preziosa riserva idrica valida principalmente per i Comuni che si affacciano sull’omonima valle (Agnone, Castelverrino, Poggio Sannita, Pietrabbondante).
La seconda proposta sarebbe quella di realizzare la “Banca dell’Acqua” partendo dalla raccomandazione fatta dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) di realizzare piccoli e grandi invasi di riserva idrica ovunque possibile, persino una per ogni casa di campagna e per ogni insediamento produttivo. Ciò comporterebbe la mappatura idrica del territorio per garantire un’autonomia di comunità. La quale dovrebbe essere educata a non sprecare e, quindi, al migliore e parsimonioso utilizzo. Inoltre tale mappatura idrica dovrebbe individuare i punti in cui l’acqua soffre le maggiori perdite (a volte per oltre il 50%) per dispersione dovuta ad usi impropri o al deterioramento della rete di distribuzione. In tal senso bisognerà giungere, prima o poi, al ripristino (graduale e programmato) delle condutture ma anche alla “Polizia dell’acqua” che abbia funzione ispettiva ma anche sanzionatoria ed è un aspetto, questo, che avrebbe potuto essere garantito dall’ormai defunzionalizzata Comunità Montana (da riattivare?).
Per meglio affrontare, comunemente e concordemente, tutta questa problematica sarebbe utile convocare un’apposita “Conferenza sull’acqua dell’Alto Molise” che abbia possibilmente un Istituto permanente nella gestione territoriale, in collaborazione con altri enti già presenti, sia per quella potabile che per altri usi e presenze spontanee (inventario delle fonti). Non si può poi prescindere dall’educazione sociale al migliore uso dell’acqua. Tale “pedagogia idrica” dovrebbe essere effettuata principalmente nelle scuole ma anche nei rioni e nelle contrade. Una corresponsabilità condivisa ed una lungimiranza in tal senso dovrebbe permettere alle nostre comunità di garantirsi il fabbisogno anche quando la penuria più severa dovesse intervenire negli anni. L‘acqua, vero oro blu (quale ormai è diventato sempre più prezioso), è la principale ricchezza dell’Alto Molise e come tale va trattata indistintamente da tutti: per l’equilibrio umano e territoriale, per il turismo ed altre attività produttive, per l’ecosistema ed il futuro generazionale.