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Cambia l'amministrazione e il palaghiaccio resta chiuso

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CASTIGLIONE MESSER MARINO - Natale amaro, quello di quest’anno. Natale più povero, ovunque. Ma soprattutto a Castiglione Messer Marino, dove la pista di pattinaggio non è stata attivata. Per la prima volta, dopo un lustro, i tanti cittadini pattinatori del posto, ma soprattutto, di altre località (d’Abruzzo e  Molise) dovranno “salire” a Roccaraso. La pista non era solo un pubblico servizio per gli amanti di questo sport invernale. Era, anzitutto, uno dei modi originali di portare gente in un paese montano. Era un modo per avere un po’ di movimento e di festosa presenza di bambini e giovani in un’area altrimenti desolata. Ed aveva, infine, una funzione didattica, da cui derivava una piccola economia. La maestra di pattinaggio (con una media di una ventina di allievi) ricavava qualcosa in termini economici. Lo stesso dicasi per il bar, posto proprio all’interno della struttura sportiva. I volontari dell’Associazione affidataria, per anni, hanno invece ricavato una gratificazione di ordine motivazionale: com’è noto non tutti fanno delle attività per guadagnarci economicamente. Ci sono alcuni (i volontari, appunto) che si impegnano per scopi umanitari e ne ricavano comunque una soddisfazione a livello affettivo. Tutte queste motivazioni avevano indotto la seconda Amministrazione Mastrangelo (2005 -2010) a completare la struttura, che era stata pensata, progettata ed iniziata dalla prima Giunta di centrodestra e che poi per dieci anni il primo e secondo governo cittadino di centrosinistra presieduto da Emilio Di Lizia aveva congelato. E probabilmente tali motivazioni avevano indotto lo stesso commissario prefettizio a novembre del 2011 a “ritenere opportuno lo svolgimento delle attività sportive invernali” anche l’anno scorso. Uno svolgimento che veniva garantito, nonostante Giove avesse revocato per autotutela l’affidamento all’associazione ICE –FLY, accampando motivazioni tecnico-giuridiche. Ora, se è vero che la struttura può essere adibita anche ad altri usi (sportivi o culturali), è altrettanto vero che da anni, appunto, in inverno veniva usata come palaghiaccio. Quest’anno, invece, la pista è stata letteralmente ripiegata e al posto dei bambini e ragazzi pattinatori ci sono stati i costruttori del presepe, che poi è stato allestito altrove. Perché il Comune non vuole il pattinaggio? Si vocifera che, negli altri anni, si sia speso molto di energia elettrica. C’è chi ha parlato di 38.000 o 27.000 euro di consumo. I vecchi gestori assicurano che non sono queste le cifre. Ma se anche fossero state alte le spese elettriche in capo all’Ente, si poteva  almeno tentare un piano finanziario diverso, verificando se la vecchia Associazione avesse voluto compartecipare con una contribuzione più alta o addirittura totali. Si poteva verificare se i genitori degli allievi o gli stessi frequentanti avessero voluto pagare di più per l’utilizzo. Si poteva verificare un'eventuale alimentazione con energia alternativa fotovoltaica. Viene il sospetto che il sindaco Di Lizia non creda al pattinaggio invernale, come se questo fosse uno sport di destra. E’ noto, invece, che lo sport non ha colori politici. Viene il sospetto che la vecchia Associazione affidataria non fosse molto simpatica al simpatico sindaco. Ma in tal caso, egli avrebbe potuto trovare un altro sodalizio disponibile ad occuparsi della struttura. O forse, il primo cittadino ha qualche falco (politico), che lo costringe a fare il contrario non tanto di ciò che aveva fatto il suo predecessore (e ci sta), ma di ciò che aveva fatto lo stesso commissario? Quest’ultimo, come detto, dopo aver risolto il vigente contratto di gestione, poteva chiudere allo sport invernale. Invece l’ha tenuto aperto. Nella delibera non sono scritti i motivi commissariali di garanzia dello svolgimenti degli sport invernali, ma è evidente che Giove abbia voluto attenersi ad una prassi consolidata: la continuità amministrativa. Perché Di Lizia non fa altrettanto? Oramai Mastrangelo non sta più in Comune, neanche in minoranza, che senso ha far morire un’attività sociale e sportiva che aveva dato un po’ di vita e movimento ai rigidi inverni castiglionesi ? E’ stata sentita in merito la popolazione? E’ condivisa la scelta di non usare il palaghiaccio per il pattinaggio? Abbiamo raccolto queste domande da un gruppo di cittadini, che si è rivolto alla nostra redazione, perché si apra un dibattito su ricordata scelta (anzi, non scelta) amministrativa. Vedremo se, e in che termini, risponderà il Comune. Consigliamo un incontro pubblico per esaminare il problema. Un giornalista che…  moderi, lo si trova…
 

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