Sebbene sia passato più di un mese dal Natale, per discutere determinati argomenti non è mai troppo tardi. Molti di noi, infatti, si saranno chiesti: come sarà stato questo Natale per l’economia agnonese?
Per rispondere a questo interrogativo noi ci siamo rivolti a Barbara De Paola che, in qualità di presidente dell’associaizone Arcoa, ci ha spiegato: “Giovedì sera il direttivo dell’Associazione Artigiani e Commercianti Agnonesi si è riunito per fare il punto della situazione su questo primo anno di attività nonché per fare un resoconto sull’andamento dell’economia locale nel periodo Natalizio. Dalla nostra riunione è venuto fuori che anche il commercio della nostra piccola cittadina ha risentito della crisi, assecondando il trend nazionale. Abbiamo infatti notato che durante i giorni di festa, per così dire, il nostro paese fosse comunque pieno di gente (ciò è assolutamente positivo, ndr) però il problema è che le attività commerciali hanno avvertito comunque una flessione.”
Ovviamente queste non sono belle notizie, né siamo rammaricati poiché, ovviamente, danneggiata l’economia dei singoli commercianti viene rovinata anche quella dell’intera comunità ed è per questo che chiediamo: in termini di percentuale, a quanto ammonta questo calo?
“Bé, facendo una media approssimativa, parliamo del 20%.”
Ora ci sorge spontaneo un altro interrogativo dunque, Barbara, ti chiediamo quali sono secondo te le cause di queste perdite.
“Senza ombra di dubbio la crisi economica ha influito abbondantemente sulle spese dei turisti che hanno optato per acquisti di prima necessità. È ovvio che un turista, o un villeggiante, che viene ad Agnone, acquisti prodotti caseari o dolciari e che, allo stesso tempo, decida di risparmiare su altri beni come calzature, abbigliamento o altro. Per quanto riguarda il cittadino, invece, ahimè devo dire che il problema è un altro: purtroppo ad Agnone, quando si tratta di acquisti, vige il proverbio l’erba del vicino è sempre più verde e, nonostante con il tempo la scelta sia aumentata ed i prezzi siano rimasti (nella maggior parte dei casi) conformi a quelli indicati dal produttore, un gran numero di Agnonesi preferisce comprare fuori dai confini della nostra comunità. Ciò, di conseguenza comporta una perdita per l’economia dell’intero paese. Se non abbiamo introiti, infatti, per noi sarà sempre più difficile reinvestire in prodotti nuovi e aumentare l’offerta. Potrebbe essere orribile, un giorno, svegliarsi e scoprire che Agnone non ha più negozi, allora sarebbe spaventoso essere obbligati a dover raggiungere altre città per comprare qualunque cosa.”
Non possiamo concordare con le parole di Barbara che ci ha spiegato con estrema semplicità le pecche del commercio agnonese; il suo discorso, che quasi sembra un appello ai suoi cittadini che preferiscono ‘l’estero’ all’autoctono, è chiaro e lineare. Va dipingendosi così un’immagine chiara del mercato e dell’economia locale. Un quadro che, sinceramente, non avremmo voluto vedere tuttavia decidiamo di raccontarvelo poiché è chiaro che se finora questo fuggi fuggi di compere potesse influire in maniera iniqua sulle risorse locali, oggi non è più così e rischia di compromettere l’intero alto Molise, realtà che è un fiore all’occhiello per l’intera regione.