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Tragedia di Diana: L'abbandono sociale e l'inesistente rete di solidarietà

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Il caso della donna che ha lasciato morire la sua bambina per averla lasciata sola per sei lunghi giorni, abbandonata in un lettino con due biberon di latte, fa orrore. Condannata all'ergastolo, questa madre, sola e costretta alla prostituzione per sopravvivere, ha gettato luce su una realtà distorta, dove la disperazione si intreccia con l'abbandono sociale. 
La bambina era stata partorita in casa, da sola, non era registrata all'anagrafe, non era vaccinata, non era battezzata, non frequentava l'asilo nido, non aveva un pediatra di riferimento, in pratica per la società era invisibile.
 
Il caso di Diana, così tristemente ignorata dalla società, solleva domande scomode su dove fossero i pilastri di supporto di questa donna e di sua figlia. La madre, la sorella, i vicini di casa: nessuno si è accorto della sofferenza di questa piccola vita? E cosa dire dei servizi sociali, dell'assistenza statale che dovrebbe proteggere i più vulnerabili? La mancanza di registrazione all'anagrafe, l'assenza di cure mediche e l'isolamento totale da qualsiasi forma di assistenza delineano un quadro desolante di fallimento collettivo.
 
La reazione della famiglia di Diana, tra le lacrime e le invettive contro la madre colpevole, riflette il dolore e la rabbia di chi si sente tradito da chi avrebbe dovuto amare e proteggere. Ma questa tragedia va oltre la singola responsabilità: richiama l'attenzione su un sistema sociale che sembra aver abbandonato i suoi principi di solidarietà e supporto reciproco.
In un mondo che si vanta di progresso e prosperità, l'abbandono di Diana rappresenta un segnale di allarme.
 Ãˆ giunto il momento di interrogarci sullo stato reale della nostra società e dei suoi meccanismi di assistenza. Forse è tempo di ripensare i nostri valori e di rafforzare i legami comunitari, affinché nessuno venga lasciato indietro, dimenticato in un angolo oscuro della nostra coscienza collettiva. La memoria di Diana ci richiama a un impegno concreto per costruire una società più umana, dove ogni bambino possa crescere protetto, amato e sostenuto dalla comunità che lo circonda.
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