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Ingroia costringe Piluso a dimettersi da sindaco

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Il socialista Luciano Piluso questa volta voterà e farà votare Rivoluzione civile. Lui non lo ha dichiarato e probabilmente, se interrogato nel merito, negherebbe, ma è quello che farà, o meglio dovrebbe fare, visto che se la lista di Ingroia eleggerà un deputato, per il sindaco di Schiavi si libererà un bel seggio in Consiglio regionale. A quel punto dovrebbe dimettersi da primo cittadino, ma questo per lui sarebbe solo un dettaglio.
Le vicende politiche del sindaco a vita Luciano Piluso e del consigliere regionale dell’Idv, Carlo Costantini, tornano ad intrecciarsi. Negli anni scorsi l’allora parlamentare, già canditato governatore per il centrosinistra in Abruzzo, rassegnò le dimissioni da deputato in seguito alla sua elezione in Consiglio regionale in Abruzzo. Il gran rifiuto di Costantini, che preferì l’emiciclo de L’Aquila alla poltrona dorata alla Camera, impedì a Piluso di potersi intrufolare in Consiglio regionale. L’esponente socialista avrebbe dovuto ottenere il seggio assegnato al suo partito mediante il recupero dei resti. Piluso, dunque, restò fuori dall’Emiciclo, anche se in precedenza, dopo l’arresto del consigliere regionale ex socialista e poi Pd Cesarone, aveva potuto fregiarsi del titolo di componente della Regione Abruzzo intascando, sia pure per pochi mesi, la realtiva cospicua indennità. Quella porta chiusa, però, ora potrebbe riaprirsi, spalancarsi, catapultandolo a L’Aquila. Perché il suo sogno diventi realtà deve però verificarsi una condizione: l’elezione di Carlo Costantini alla camera dei deputati. Il politico è candidato con la lista di Ingroia, secondo nome dopo quello del magistrato, dunque con l’elezione quasi scontata. Costantini lascerebbe il seggio in Consiglio regionale e zac, Piluso, primo dei socialisti non eletti, gli sfilerebbe la poltrona da sotto le terga. Per agevolare il verificarsi dell’elezione quasi scontata di Costantini il sindaco di Schiavi dirotterà parte della sua personale riserva elettorale proprio sulla lista di Ingroia. Se non lo facesse, d’altro canto, sarebbe un pirla, visto che così facendo diventerebbe consigliere regionale per almeno sette otto mesi, più o meno centomila euro di indennità. A rafforzare questa ipotesi è stata proprio la presenza di Piluso, domenica pomeriggio, alla presentazione dei candidati della lista Rivoluzione civile a Castiglione Messer Marino. Quindi il socialista Piluso, che ufficialmente appoggia il Pd, voterà invcece per Ingroia. Se il giochetto dovesse riuscire, però, ci sarebbe un prezzo da pagare: le dimissioni da sindaco di Schiavi. La legge regionale 51 del 2004, “Disposizioni in materia di ineleggibilità, incompatibilità e decadenza dalla carica di consigliere regionale”, all’articolo 3, comma tre, prevede che la carica di consigliere regionale è incompatibile con quella di assessore comunale nonché di sindaco dei Comuni fino a cinquemila abitanti. E infatti nel 2008, quando Piluso entro in Consiglio regionale, dovette dimettersi da assessore e vicesindaco (all’epoca era sindaco Piero Paolo Sciarra, ndr). Ricapitolando: Costantini alla Camera e Piluso in Regione. Prima però quest’ultimo dovrà togliersi quella fascia tricolore da sindaco che cinge, di fatto ininterrottamente, dagli anni ‘80 del secolo precedente. E per Schiavi si prospetta un lungo commissariamento, fino a nuove elezioni. A meno che Piluso, che notoriamente non è attaccato alle poltrone, decida di rimanere sindaco rinunciando all’ingresso in Consiglio regionale.
effebottone@gmail.com

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