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Consiglio regionale, 365 giorni di ordinaria incazzatura

Il libro dossier distribuito dal Pdci racconta l'attività politica svolta in Regione da Salvatore Ciocca. Intervista con la coautrice, la collega Lucia Sammartino

redazione
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AGNONE. Un anno a Palazzo Moffa, sede del Consiglio regionale. Un anno di battaglie, di denunce e di risultati incassati nonostante il fatto, non irrilevante, di essere all’opposizione.

L’idea di mettere a sistema tutte le informazioni che in questi 365 giorni di Consiglio regionale, in una legislatura anomala perché viziata in partenza dalle illegittimità rilevate prima dal Tar Molise e poi dal Consiglio di Stato, è venuta al consigliere regionale del Partito dei Comunisti Italiani, Salvatore Ciocca.
Con lui - in un lavoro di ricerca e di documentazione che continua anche in questi giorni nonostante la politica del Palazzo sia in altre faccende affaccendata e la legislatura breve sia ormai in scadenza - anche Lucia Sammartino, agnonese trapiantata per lavoro a Campobasso e candidata con il PdCi nello schieramento di centrosinistra nella circoscrizione di Isernia.
Quarantasei anni, tre figli, giornalista professionista, capo servizio nella redazione centrale de Il Nuovo Molise, ai tempi delle battaglie condotte contro il potere incarnato (ancora oggi) dal presidente Iorio (molte inchieste svolte proprio dal team di giornalisti che allora erano all’opera nella redazione sono state catapultate in cronaca nazionale, sono diventati servizi per le televisioni e argomenti del libro “Il Regno del Molise” di Vinicio D’Ambrosio) in questo anno ha supportato, per la comunicazione, il consigliere Ciocca. E con lui ha messo nero su bianco tutte le “stranezze” di questa legislatura breve.

Perché farne un libro, distribuito gratuitamente, dal titolo “Il sistema Molise, un anno sottocasta”?

“Perché - risponde la collega Lucia Sammartino -  ci siamo resi conto che tutte le vicende che abbiamo portato a galla in questi 365 giorni erano parte di un meccanismo più imponente. Erano piccole tessere di un puzzle che noi avevamo ben chiaro perché lo abbiamo vissuto da dentro.  Volevamo fornire un quadro organico, ci siamo messi all’opera pensando di riuscire a chiudere il libro dossier in poche settimane ma non è stato così. Il libro è aggiornato al 6 febbraio scorso, con determine e delibere che stando al dettato normativo, il presidente e la sua Giunta non avrebbero potuto emanare”.

Quali sono i temi salienti del libro dossier?

“Intanto chiarisco che si tratta di un resoconto aggiornato di varie ‘nefandezze’ compiute in questo anno. E che questo libro dossier non ha altra pretesa se non quella di raccontare alcune vicende. Non sarà di certo un “racconto” esaustivo ma non è detto che non si possa realizzare una sorta di seconda parte, con tutto quello di nuovo che ancora troviamo fra le delibere e le determine.! Noi siamo ancora in Consiglio, fino a domani (venerdì 22 febbraio, ndr). Continuiamo a lavorare, a controllare la produzione di atti e a verificarne la legittimità. Il tema in effetti è unico ma è declinato con nomi diversi perché il metodo è sempre identico, cambiano  solo i personaggi di questi lungi 12 anni di potere Iorio.
Abbiamo raccontato dell’azienda speciale della Regione denominata Molise Acque, delle varie vicende che hanno cadenzato gli appalti milionari per la realizzazione degli acquedotti regionali con la storia della maxi multa da 2 milioni di euro comminata proprio a causa delle grossolane sviste nell’attribuzione degli appalti stessi. Abbiamo raccontato della nuova pianta organica, approvata il 3 gennaio, nel pieno delle festività natalizie, che costerà ai molisani quasi 5 milioni di euro l’anno. Abbiamo puntato l’attenzione sull’Agenzia regionale di Protezione Civile, sui bandi con i punteggi di vantaggio e le consulenze affidate sempre ai soliti noti. Il cerchio magico, lo chiamiamo noi…
E poi i costi esorbitanti che la Regione sostiene per gli affitti di tutti i locali dove sono ubicati gli uffici. Due milioni l’anno, però abbiamo una sede a Bruxelles e due a Roma…. E poi tante piccole storie che insieme delineano quel sistema Michele che oggi dobbiamo rovesciare perché ne va del nostro futuro. La consulenza all’ avvocato condannato,  i soldi per la salvaguardia dell’ululone (un ranocchio, ndr), gli undici milioni spesi per la rottamazione dei dirigenti dell’Asrem e la diffusa pratica del “comando” che non potrebbe essere attuata visto che siamo in piano di rientro dal deficit in tema di Sanità. Uno dei primi a fare rientro in Molise, grazie a questo, è stato il figlio del presidente della Regione. E poi i premi per i dirigenti, compreso quello che è in carcere”.

Tante piccole storie di ordinaria incazzatura quindi.

“Non solo - aggiunge Sammartino - ci sono anche le nostre proposte per ricominciare a respirare un po’ di aria pulita. Dodici anni di governo hanno consentito al centrodestra di diventare una sorta di roccaforte del potere dove non c’è spazio per il merito, per le competenze, per le giovani professionalità locali. O sei parte del cerchio magico o sei fuori da questo. E il cerchio magico diventa la fonte del potere attraverso questi metodi applicati da oltre un decennio e talmente tanto presenti che sono diventati la normalità. Ma non è questa la normalità di cui il Molise ha bisogno”.

Perché hai scelto di metterci la faccia, davvero?

“Perché tutti dovremmo mettercela, perché tutti dovremmo essere parte attiva del cambiamento che non può prescindere da una nuova classe politica, di certo più competente.
Abbiamo bisogno di ricominciare, di ricostruire, di scrollarci di dosso le macerie che questo lungo decennio ci lascia in eredità.
E poi questo paradiso che è l’Alto Molise, dove io torno spessissimo e che conosco come le mie tasche visto che la mia famiglia è parte del tessuto cittadino, non può restare senza voce per altro tempo. Abbiamo un patrimonio che nessuno ha saputo valorizzare, abbiamo la storia e la natura che sono la cornice di una comunità fiera e orgogliosa, ospitale e accogliente. Io - conclude la giornalista agnonese - farò per sempre il tifo per questo paradiso dimenticato.”

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