Gianluca Paglione, medico specializzando in Geriatria e incaricato presso la Guardia Medica di Agnone, ha denunciato un grave episodio di maleducazione e arroganza professionale da parte del Dottor Luciano D'Agostino, un medico prossimo alla pensione in servizio presso l'ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone. L'incidente, avvenuto l'8 dicembre 2024, ha coinvolto un confronto acceso tra i due professionisti riguardo le responsabilità della guardia medica e la corretta gestione delle prescrizioni terapeutiche. Paglione ha accusato D'Agostino di aver offeso lui e i suoi familiari mettendo in discussione la sua formazione e la sua deontologia professionale. Il medico di Agnone ha anche ricordato l'importanza di rispettare i diritti dei pazienti e di mantenere un comportamento rispettoso, sia tra colleghi che verso gli utenti del servizio sanitario. Il caso è stato segnalato ai Carabinieri.
Pubblichiamo integralmente la denuncia del Dott. Paglione giunta alla nostra redazione, come da sua volontà , e garantiamo naturalmente il diritto di replica a chiunque desideri fornire diverse, aggiuntive, contrapposte motivazioni dell'accaduto sulla base di un democratico contraddittorio, garantito dalla nostra testata
Gentilissima Direttrice Carosella,
Nei giorni in cui iniziò lo smantellamento del nostro nosocomio, in me si fece sempre più forte la convinzione di voler diventare un medico, non per imposizione paterna o familiare, la mia famiglia non ha una tradizione medica, sono orgogliosamente il nipote di un macellaio e di un ragioniere comunale e ne vado fiero.
In quelle notti iniziò il mio impegno quotidiano per cercare di prepararmi ad affrontare i quiz per il test di accesso a medicina. Ero all'inizio del terzo liceo, sapevo che sarebbe stato molto difficile, mi sarei dovuto impegnare a fondo. Incominciai ad acquistare una serie di tomi per la preparazione ai test di accesso e cosi dopo lo studio per le materie curriculari ogni sera dalle 23 alle 4.30 del mattino è iniziata la mia corsa contro il tempo fino al 3 settembre del 2009, giorno in cui svolsi il test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Roma, La Sapienza. Il mio impegno, i miei sacrifici, furono ripagati, riuscì a superare il test di ingresso e ad immatricolarmi.
Il 28 giugno del 2022, dopo un percorso universitario che purtroppo è durato più di quanto preventivato, mi sono laureato discutendo una tesi sperimentale sulle reinfezioni da SARS-CoV-2 nel personale sanitario, avendo come relatore il Professore Giuseppe La Torre, direttore della scuola di specializzazione in Medicina del Lavoro presso il Policlinico Umberto I di Roma. Ulteriore soddisfazione è stata la pubblicazione di quella tesi che è diventata un articolo fruibile sulle principali fonti di letteratura scientifica come PubMed.
Il Prof. La Torre voleva che restassi a Roma, che mi specializzassi in medicina del lavoro con lui, lusingato della sua stima gli dissi che io volevo stare in mezzo alle persone non mi vedevo dietro ad una scrivania, dietro un PC.
Oggi vivo e lavoro a Chieti, presso il reparto di Clinica Medica dell'Ospedale Clinicizzato S.S. Annunziata, dove sto frequentando la specializzazione in Geriatria, non una scelta casuale. Ho sempre amato parlare con i miei nonni, uno l'ho perso troppo presto, ma gli altri me li sono goduti fino alla fine, e con una lo sto ancora facendo, per questo ho pensato che fosse giusto essere un medico per le persone più deboli e fragili, ma quelle che più di tutte ci hanno amato.
Quando mi si è presentata l'occasione di poter svolgere dei turni di guardia medica presso la sede di Agnone in considerazione del bando pubblicato da ASReM in carenza di medici, non ho esitato nel tuffarmi in un'esperienza nuova, stimolante e per me ricca anche di un pizzico di orgoglio, anche se non nascondo la paura e la preoccupazione di dover assolvere un impegno gravoso e non privo di situazioni complicate che si sono verificate ad ogni ora del giorno e della notte.
Mai avrei immaginato di incontrare l'arroganza e la maleducazione in chi alla luce della sua lunga esperienza dovrebbe essere da esempio per i colleghi più giovani.
Oggi 8 Dicembre 2024 ero in servizio quando ho ricevuto la citofonata dell'infermiere del Pronto Soccorso di Agnone che ha accompagnato un paziente dimesso dalla loro unità . Mi veniva richiesto di fare le ricette relative alle prescrizioni terapeutiche effettuate dalla collega di turno presso il P.S. Ho letto la documentazione, non condividendo la terapia, ho quindi accompagnato il paziente in PS spiegando alla dottoressa in servizio che, non avrei fatto quelle ricette ricordandole che fosse un suo compito quello di fare le impegnative per ciò che riteneva opportuno in quanto la guardia medica, a norma di legge, non può prescrivere le terapie indicate dai reparti di degenza ne dal pronto soccorso al momento della dimissione di un paziente.
Purtroppo gli utenti del PS di Agnone sanno che questa è una pratica consolidata cosi come ad alcuni di loro è capitato che dopo essersi rivolti direttamente al PS siano stati inviati senza alcuna visita, direttamente in guardia medica. Tutto ciò non è regolare, tutto ciò rappresenta un'anomalia sgradevole.
Il Dottor D'Agostino è noto per essere un provocatore ed oggi ne ha dato ampia dimostrazione.
Mi dispiace per l'Ospedale di Agnone, mi dispiace peri i pazienti che nel momento del bisogno debbano relazionarsi con persone come il Dottor D'Agostino, sono orgoglioso di sentirmi umanamente e moralmente distante da lui anni luce a cui rivolgo i migliori auguri per il suo prossimo pensionamento.
Personalmente non mi mancherà e credo non solo a me."
Gianluca Paglione
Agnone 08/12/2024
"Post scriptum. L'esperienza che sto maturando ormai da due anni presso la Clinica Medica di Chieti mi ha profondamente cambiato, ha segnato in maniera netta il passaggio dall'essere uno studente di medicina impegnato con lo studio e gli esami intervallati dai necessari periodi di tirocinio che, comunque rimangono sempre troppo brevi e spesso poco utili a sviluppare la consapevolezza di quella che è la routine lavorativa. L'incontro quotidiano con la sofferenza, i drammi familiari, la morte mi ha portato ad apprezzare sempre più il dono più grande che abbiamo, la vita. Tutto il resto viene meno, non esiste nessun problema paragonabile ad una qualsiasi patologia, alla sofferenza che da essa scaturisce.