"Mi batterò affinché in zone ad elevato pregio storico, culturale, archeologico o paesaggistico, la Regione non consenta mai l’installazione di impianti di produzione di energia".
E' la netta presa di posizione dell'assessore regionale all'Ambiente, Muccilli, che arrivano dopo l'emanazione, da parte del Governo centrale, delle linee guida per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. Pubblichiamo, di seguito, l'intervento dell'assessore regionale all'Ambiente.
"Sin dal momento in cui ho assunto la carica di Assessore all’Ambiente sullo sviluppo dell’energia eolica e più in generale delle fonti rinnovabili ho inteso avviare prioritariamente un percorso di ascolto, stante la forte sensibilità della problematica e la delicatezza di qualsiasi intervento in materia. Ovviamente ho condiviso tutto quanto l’amministrazione regionale ha sinora fatto, creando le basi per uno sviluppo solido di un settore a basso impatto ambientale e fonte di energia pulita e rinnovabile. Credo però che, alla luce della recente emanazione da parte del Governo nazionale delle linee guida per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, sia giunto il momento per una più complessiva disamina della tematica. Il decreto di attuazione delle linee guida infatti rappresentano un atto di assoluto rilievo, per molti versi innovativo e che consente a noi come amministrazione regionale di fare finalmente chiarezza sull’argomento. Il mio sforzo si svolgerà proprio in questa direzione: creare sul tema eolico e su quello più ampio delle fonti rinnovabili una cornice di certezza giuridica e normativa, capace di tutelare le popolazioni e le comunità residenti ma che, nel contempo, non tarpi pregiudizialmente le ali alle iniziative imprenditoriali che si affacciano nel settore. A tal proposito voglio da subito evidenziare alcuni punti fondamentali del decreto. Il primo è la piena titolarità della Regione sulla materia. Nelle disposizioni generali del provvedimento è stabilito come la Regione possa porre limitazioni e divieti in atti di tipo programmatorio o pianificatorio alla costruzione di impianti alimentati a fonti rinnovabili.
Il che significa come non sia possibile negare l’autorizzazione in base ad un esame discrezionale del singolo caso ma come invece si possa, e in alcuni casi sono convinto si debba, negare le autorizzazioni nel quadro di un generale atto di programmazione del territorio. Solleciterò quindi l’adozione in tempi brevi, e dopo aver ascoltato le comunità locali e tutti gli attori coinvolti, di un tale documento di indirizzo generale, e mi batterò affinché sia evidente come in zone ad elevato pregio storico, culturale, archeologico o paesaggistico, la Regione non consentirà mai l’installazione di impianti di produzione di energia. Un altro punto va evidenziato: gli impianti offshore sono sottratti dal decreto alla gestione della Regione o degli altri enti territoriali locali. Si può condividere o non condividere tale scelta, ma essa è chiara ed ha piena vigenza di legge. Più in generale, e nell’ambito di quella trasparenza che è il miglior deterrente per qualsiasi forma di degenerazione amministrativa o imprenditoriale, vengono resi predeterminabili e conoscibili dal decreto i ristorni economici che gli imprenditori devono riversare alle comunità in cui gli impianti vengono installati. Inoltre, e cosa che reputo ancora più significativa, queste risorse non potranno essere utilizzati per ripianare deficit o per la spesa corrente ma andranno destinati a finalità ambientali e di efficientamento energetico. Ritengo assolutamente condivisibile il fatto che l’iter autorizzatorio e la definizione delle misure compensative non venga lasciata al singolo comune ma siano definite in una conferenza di servizio alla presenza di tutte le amministrazioni interessate. E’un modo efficace per sfrondare zone d’ombra che pure si sono venute a create in questi anni. Ritengo positivo il principio che non possa essere il singolo comune a stabilire, a sua discrezione, quanto ricavare dall’installazione di un impianto energetico e come utilizzare di queste risorse. Penso che su questi punti che anche in Molise si possa avviare, e mi attiverò al più presto in tal senso, una ampia, articolata e coinvolgente discussione sul tema. Ma anche in questo caso voglio che sia chiaro il metodo di lavoro.
Bisognerà discutere nell’ambito del contesto normativo oggi delineatosi, nel pieno rispetto degli interessi della collettività e portando avanti argomentazioni improntate alla razionalità e alla trasparenza. Non sono disponibile ad affrontare un dibattito così importante per lo sviluppo di questa regione sull’onda di operazioni demagogiche o strumentali ad altri fini. Si tratta comunque di un percorso faticoso di cui oggi abbiamo visto delinearsi i primi elementi di contesto e di certezza normativa. Saremo tutti impegnati a far sì che le energie rinnovabili possano dare il massimo del beneficio produttivo, possano garantire il massimo dei benefici ambientali al territorio e possano soprattutto rappresentare una reale e concreta prospettiva di sviluppo del Molise".