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TAGLI AL CARACCIOLO, DON MARTINO ESASPERATO: "SOLO LA GUERRA PUO' SALVARCI"

Durissima reprimenda del prete che da anni si batte per la salvaguardia dell'ospedale. "Che fine ha fatto il ricorso al Tar? Chiamati in causa pure il Comune e la Comunità Montana"

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AGNONE. Dopo gli ultimi, negativi eventi che si sono verificati nello Stabilimento Ospedaliero San Francesco Caracciolo, e i disastrosi esiti previsti e in corso di emanazione a mezzo decreto da parte del tandem Basso-Rosato, che concederanno solo dieci posti per acuti di medicina interna al Caracciolo, visto il nulla di fatto in conferenza stato Regioni sul Regolamento Balduzzi sugli standard ospedalieri, rinviato al mese prossimo, se vi sarà accordo sulle risorse a disposizione delle Regioni, personalmente ritengo chiuso il periodo della trattativa e della disponibilità e credo necessario iniziare seriamente la guerra. Si, la guerra:  costatata l’assoluta cattiva volontà dell’ASREM di garantire i servizi sanitari in Alto Molise, con le conseguenti dimissioni di questi giorni di alcuni dirigenti locali, non è più tempo di fare sconti di fronte alla deprivazione dei servizi sanitari. Non tutti ricordano – ASREM in testa – che il Comitato Civico Art. 32 ha ottenuto dal TAR del MOLISE una sospensiva che blocca la situazione dello  Stabilimento Ospedaliero San Francesco Caracciolo al marzo 2011, cosa che implica il mantenimento di quello Status quo, oggi disatteso:  per cui, esorto vivamente il Comitato ad intervenire presso il TAR per ottenere un’ingiunzione nei confronti dell’ASREM di ripristinare e garantire nello Stabilimento Ospedaliero San Francesco Caracciolo i servizi sanitari esistenti in quella data, e se necessario, procedere anche per via penale contro i Dirigenti stessi e i loro collaboratori inadempienti, perché non può essere sempre ottenuto ad Agnone “per grazia” ciò che è dovuto per giustizia. C’è da essere stufi per i continui maltrattamenti sia in termini di opinioni candidamente espresse, sia nella prassi, da parte della intera direzione aziendale ed  organismi collegati delle persone e  dei servizi sanitari in Altomolise: siamo stati troppo educati, ma adesso la pazienza non ha senso di esistere. Non bisogna trattare più, bisogna agire e arrivare al giudizio del TAR. A questo proposito, invito anche il Comune di Agnone e quelli della Comunità Montana a costituirsi in giudizio presso il TAR. Visto che la ragionevolezza dimostrata di essere disposti a cedere almeno a quanto previsto dal Decreto Balduzzi è stata di fatto calpestata, è nostro diritto pretendere il mantenimento di un presidio medico e chirurgico con i servizi annessi e connessi esistenti al marzo 2011 per l’Alto Molise, come configurato e approvato dal Consiglio Comunale di Agnone nella primavera 2012, ed è necessario non fermarsi, impugnando al TAR anche come amministrazioni il pubblicando Piano Sanitario con Decreto Commissariale il giorno dopo la sua pubblicazione all’Albo Pretorio.  “Se vuoi la pace, prepara la guerra” :  esorto il comitato il Cittadino C’è a premere su Palazzo Spada perché l’istruttoria completata già a novembre 2011 sul Ricorso al Presidente della Repubblica vada in discussione al Consiglio di Stato.  E’ necessario adesso salvare la struttura intera del Caracciolo, e accettare solo quello che ci soddisfa, non più le riduzioni che ci vengono subdolamente proposte, a costo di bloccare tutta la Regione Molise e di mettersi di traverso ad un governo tecnocrate che non rispetta i diritti costituzionali.  Quindi, ottenuto ciò, vanno ricercate nuove soluzioni, che per me, data l’assoluta e totale sfiducia nell’ASREM, che non ha interessi a far funzionare la nostra struttura, vanno ricercate altrove :  è necessario fare investimenti, ammodernare la apparecchiature, comprarne di nuove : allora, data la situazione, ben venga una sperimentazione gestionale pubblico – privata della struttura, visto che all’orizzonte sembra profilarsi una cordata locale di persone oneste e sincere, di area di governo, che sono ben disposte a lanciarsi nel progetto, perché viventi in questa terra, e mi auguro che ciò vada a buon fine, e al più presto :  se ci volete morti, noi, umiliati, emarginati, cacciati fuori dalla rappresentanza politica, non vogliamo assolutamente morire, ma vogliamo vendere cara la pelle: anche a costo di una secessione “regionale”, se fosse necessario.

    

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