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Delli Quadri fa come lo sciocco, guarda il dito e non vede la luna

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Su questo giornale, www.altomolise.net, ospitiamo gli interventi più disparati, senza alcuna censura, mettiamo on line anche le posizioni che non condividiamo o che addirittura cerchiamo di confutare, perché l'obiettivo che ci siamo dati, da giornalisti "locali" quali orgogliosamente siamo, è quello di contribuire a creare un dibattito attorno ai vari problemi che attanagliano l'Alto Molise e l'Alto Vastese.
Un esempio di posizione non condivisa è quella espressa da Enzo C. Delli Quadri, solitamente attento e critico osservatore della realtà di zona. Delli Quadri, questa volta, parlando di sanità e dei tagli subiti dal Caracciolo, perde la consueta lucidità, perché antepone la passione alla razionalità. Il suo argomentare diventa fazioso, perché mira soltanto a creare consenso attorno al suo sogno politico, riassumibile dalla sigla ALMOSAVA. Legittima aspirazione, quella di Delli Quadri, ma non è condivisibile né accettabile la sua operazione propagandistica. Delli Quadri fa una cosa molto semplice: strumentalizzare la battaglia per la sanità, facendo passare l'idea, basata sul nulla perché appunto ancora idea, che se il progetto Almosava si fosse tramutato in realtà i tagli al Caracciolo non ci sarebbero stati, o comunque si sarebbe riusciti a contrastarli meglio. Un argomentare debole, perché non è possibile verificarne l'effettiva credibilità.

Passi l'uso strumentale di una battaglia che tocca larga parte della popolazione per usi "politici", ma sparare gratuitamente sulla Chiesa di Trivento e su due autorevoli esponenti del clero triventino è un'operazione che non può essere condivisa. Abbiamo pubblicato l'intervento di Delli Quadri, perché non censuriamo nulla, ma non ne condividiamo nemmeno una virgola. Perché la Chiesa di Trivento o singoli sacerdoti sarebbero colpevoli rispetto ai tagli subiti dal Caraccilo?

Don Francesco Martino, basta scorrere la cronaca degli ultimi anni, è stato sin dal primo momento in trincea in difesa dell'ospedale di Agnone. Accusarlo di essere stato poco "costruttivo" rispetto alle tematiche legate alla sanità appare addirittura ridicolo.

Delli Quadri, non contento di ciò, punta l'indice anche contro don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana. Don Alberto non ha bisogno di un avvocato di ufficio, ma accusarlo di saper far bene solo le prediche non solo appare una evidente caduta di stile, insolita per il Delli Quadri che conosciamo, ma anche una sonora siocchezza. Le prediche o meglio le omelie di don Alberto sono affascinanti e coinvolgenti, chiunque lo abbia sentito parlare almeno una volta può testimoniarlo, ma il direttore della Caritas è soprattutto un uomo di azione. Non si contano i progetti che la Caritas da lui diretta e guidata ha portato a termine o sta ancora portando avanti in Molise, in Italia e in tutto il mondo. E ogni giorno, don Alberto, è accanto al suo e nostro prossimo, alle famiglie che abitano l'Alto Molise e l'Alto Vastese, a chi è in difficoltà. La sua azione è concreta, tangibile, basta chiedere alle migliaia di persone alle quali ha portato e porta ancora aiuto. Una missione silenziosa, quella di don Alberto, ma efficace e preziosa, rispetto alla quale le parole di Delli Quadri risultano persino offensive. Accusare la Chiesa o questi sacerdoti per i tagli alla sanità è una sciocchezza bella e buona, una stupidaggine, non ce ne voglia l'amico Delli Quadri, al quale ovviamente offriamo sin d'ora la possibilità di replicare.

Se oggi l'ospedale di Agnone è ridotto ai minimi termini la colpa è solo di una classe politica locale e regionale inadeguata e incompetente, che per anni ha sperperato risorse creando voragini che ora risulta impossibile soltanto pensare di tappare. Cosa hanno fatto in Regione? Cosa hanno fatto i sindaci dei comuni dell'entroterra? Queste sono le domande che Delli Quadri dovrebbe farsi, non tirare in ballo presunte responsabilità della Chiesa tutte da dimostrare.

Altrimenti l'amico Delli Quadri fa come lo sciocco, che guarda il dito e non vede la luna.

 

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