ISERNIA. Un intervento per certi versi inaspettato e che, inutile dirlo, susciterà reazioni a catena in Alto Molise. Ulisse Di Giacomo, ex senatore e assessore alla Sanità del Molise in quota Pdl, torna a parlare dell’ospedale San Francesco Caracciolo. Una struttura dilaniata dai tagli che stanno mettendo a dura prova l’erogazione di servizi essenziali per il territorio a cavallo tra Molise e Abruzzo. Nel suo intervento Di Giacomo non risparmia feroci critiche all’operato della Giunta comunale di centrosinistra, inoltre il cardiologo di Isernia, in maniera plateale, decide di schierarsi con don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria diocesana e ormai ultimo baluardo della lotta a difesa della sanità pubblica nelle aree interne. Tuttavia, nel riportare l’intervento integrale dell’ex senatore Pdl, una domanda sorge spontanea: ma non fu proprio l’ex assessore alla Sanità regionale Ulisse Di Giacomo a bacchettare a mezzo stampa il sacerdote agnonese, reo di aver accusato la Giunta Iorio (di cui Di Giacomo faceva parte) di aver avviato un processo di depauperamento (vedi chiusura punto nascita, ndr) oggi giunto probabilmente ad un punto di non ritorno? E allora da che pulpito viene la predica.
In seguito riportiamo l’intervento di Ulisse Di Giacomo
La vicenda dell’ Ospedale Caracciolo di Agnone ha degli aspetti paradossali che dovrebbero far riflettere.
Il nosocomio, sempre difeso con vigore e coraggio dall’ ottima Amministrazione guidata da Mino de Vita, è stato preso a pretesto per una mistificazione dei fatti portata avanti dal centro-sinistra locale e regionale unicamente per ragioni politiche.
Chi non ricorda le manifestazioni di piazza inscenate settimanalmente da chi mirava a destabilizzare Sindaco e maggioranza per prenderne il posto? Chi non ricorda i personaggi alla testa dei cortei, divenuti successivamente Sindaco, Vice-Sindaco e Assessore?
Tutti al grido di “ tanto peggio tanto meglio”, con l’unico obiettivo di abbattere gli avversari politici fregandosene del destino che di lì a poco avrebbe avuto il Caracciolo. Una sola persona sfilava davvero a difesa dell’Ospedale e dell’ Alto Molise: don Martino, il responsabile della Pastorale Diocesiana di Trivento.
Era sempre presente, anche nei convegni organizzati negli altri Comuni altomolisani, con la sua competenza e il suo amore verso i cittadini , le vere vittime dell’attentato contro la sopravvivenza dell’ Ospedale.
E’ passato tanto di quel tempo, e nel frattempo il Caracciolo è stato depredato e spogliato dai Commissari, nell’ assoluto e colpevole silenzio dei nuovi amministratori comunali. Non si vedono più manifestazioni di piazza, salvo qualche ricorso al TAR. Non più appelli alle Autorità locali e al Presidente della Repubblica da parte dei cittadini, oramai disillusi e forse anche pentiti di quello che hanno dovuto subire da coloro che ritenevano i loro salvatori.
Nulla più, neanche un fischio al Commissario Basso che con il suo Piano Sanitario ha decretato il “de profundis “ del Caracciolo.
C’è una sola persona che ancora combatte e non accetta di arrendersi di fronte a questo scempio: don Martino, l’amico dei cittadini alto molisani.
E io, in questa squallida vicenda, sto con don Martino.