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Consumo di gas in aumento. Paghiamo più tasse e abbiamo meno servizi

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GLI ABITANTI DELL’ALTO MOLISE PAGANO PIU’ TASSE, HANNO MENO SERVIZI E VENGONO LASCIATI SOLI DALLA POLITICA
Anche quest’anno abbiamo voluto ripetere lo studio sui consumi di gas per verificare se i dati emersi l’anno scorso possano in qualche modo essere confermati oppure siano stati determinati soprattutto dalla stagione particolarmente fredda che ci ha costretto a far ricorso al riscaldamento in modo eccezionale.
Abbiamo inoltre voluto estendere l’approfondimento anche ai mesi meno freddi, come agosto e settembre, fino a giungere al mese di dicembre, per notare il diverso sviluppo dei consumi. Abbiamo quindi considerato un utente dell’Alto Molise, per comodità di Carovilli, che con i suoi quasi 900 metri è sufficientemente rappresentativo dei paesi di montagna, uno di Isernia che con i suoi 400 metri ha un clima collinare, ed uno di Venafro, che in pianura gode di un clima particolarmente mite.
Già il periodo agosto-settembre mostra che comunque le differenze esistono: in quel bimestre l’utente di Carovilli ha speso circa 115 euro, mentre quello di Isernia soltanto 82 e quello di Venafro appena 45. La differenza è già evidente, sebbene i mesi siano estivi, tanto che il consumo di gas a Carovilli è superiore del 40% rispetto ad Isernia e del 155% rispetto a Venafro. Anche ad Isernia il consumo è superiore dell’82% a quello di Venafro. In questo periodo le tasse pagate dai tre utenti sono molto diverse: il carovillese ha versato quasi 38 euro, tra imposta sui consumi e IVA, mentre quello di Isernia meno di 26 euro e quello di Venafro soltanto 13 euro.
Nel bimestre successivo, ottobre-novembre, per l’utente di Carovilli si manifesta un primo forte aumento, tanto che la spesa raggiunge quasi 535 euro, mentre l’utente di Isernia spende meno di 149 euro e quello di Venafro soltanto 140. La differenza è forte e arriva al 259% rispetto ad Isernia e al 280% rispetto a Venafro, mentre si riduce molto la differenza tra Isernia e Venafro. Si nota pertanto che all’arrivo dei primi freddi a Carovilli vengono messi in funzione gli impianti di riscaldamento, cosa che a Isernia e Venafro avviene con un sensibile ritardo e con un forte risparmio. In questo periodo anche le tasse pagate sono molto diverse: quasi 45 euro a Venafro, 52 ad Isernia e oltre 182 a Carovilli.
L’ultimo confronto riguarda il  mese di dicembre: la differenza si attenua proprio perché il riscaldamento delle abitazioni diventa necessario anche ad Isernia e a Venafro, perciò vediamo che la spesa raggiunge 500 euro a Carovilli, 230 ad Isernia, con una differenza del 118%, e 157 a Venafro, con una differenza percentuale del 219%. Si allarga anche la differenza tra Isernia e Venafro che arriva al 46%. Le tasse pagate in questo mese ammontano a quasi 48 euro a Venafro, a meno di 92 euro ad Isernia e a più di 164 euro a Carovilli.
Nell’intero periodo di 5 mesi l’utente di Venafro ha speso 342 euro, quello di Isernia ha speso 461 euro, mentre quello di Carovilli è arrivato a 1.150 euro, cioè ben il 150% in più rispetto ad Isernia e oltre il 235% in più rispetto a Venafro.
E mancano dai nostri calcoli i due mesi solitamente più freddi dell’anno: gennaio e febbraio.
Ma la cosa che disturba fortemente e alimenta la preoccupazione e lo scontento degli abitanti di tutti i paesi di montagna è la pressione fiscale sui consumi di gas. Intanto dobbiamo ricordare che il fisco interviene in due modi: con le imposte (quella erariale sui consumi e l’addizionale regionale) e con l’IVA, che si applica al 21% anche sulle imposte, come se queste rappresentassero un valore aggiunto rientrante nell’area della produzione. Si tratta di una grave anomalia che ricade pesantemente su tutti i cittadini italiani, ma soprattutto su coloro che per necessità climatiche, non per spreco o per lusso, sono costretti a fare ricorso frequente e abbondante al gas di riscaldamento.
Ebbene, nei cinque mesi oggetto dello studio le imposte totali sono state di oltre 184 euro per l’utente di Carovilli, di meno di 70 euro per quello di Isernia e di poco più di 46 euro per quello di Venafro. Desta meraviglia anche il fatto che le differenze percentuali risultano addirittura superiori a quelle delle spese complessive, cioè: più 164% di Carovilli rispetto ad Isernia e più 297% di Carovilli rispetto a Venafro. Estendendo tali valori a tutto l’anno, possiamo stimare, con poche possibilità di errore, che in un anno l’abitante di Carovilli si trovi a versare all’Erario, per la sola fornitura di gas da riscaldamento, una cifra di circa 1.000 euro mentre quello di Isernia intorno a 350 euro e quello di Venafro forse a 250 euro. Le differenze sono notevoli e sembra impossibile che i nostri politici non abbiano fatto niente per modificare questa assurda realtà.
Dobbiamo, quindi, constatare che esiste la volontà di penalizzare in modo consistente e ingiusto coloro che vogliono continuare ad abitare nelle zone di montagna nonostante tutte le difficoltà.
Probabilmente lo Stato e la Regione Molise considerano questi cittadini degli spreconi da convincere con le buone o, forse in futuro, anche con le cattive a trasferirci in città di pianura o al massimo collinari.
Ma non si stiano a preoccupare; lo spopolamento, iniziato da molto tempo, sta dando i suoi tragici frutti: i giovani sono già quasi tutti “scappati” dai paesi montani e quando si estingueranno le generazioni di anziani le montagne molisane saranno deserte.
Poiché di fronte allo Stato i cittadini sono tutti uguali, o dovrebbero essere tali, e siccome nelle nazioni moderne le tasse servono per assicurare i servizi essenziali e per aiutare i cittadini che si trovano in difficoltà, abbiamo la sensazione che i cittadini che abitano le zone di montagna in Molise siano considerati di serie C, tanto che vengono privati dei servizi essenziali e sono chiamati a contribuire alle spese dello Stato con cifre molto più elevate degli altri. Occorre invece comprendere la pesante situazione di disagio degli abitanti dei paesi montani ai quali viene ogni giorno tolto qualche servizio, dalle scuole ai trasporti, dai presidi ospedalieri alle preture ed altro, mentre nello steso tempo si trovano a versare allo Stato cifre superiori a quelle di altri che nelle città possono facilmente usufruire di tutti i servizi pubblici.
L’On. Danilo Leva, da poco entrato in Parlamento, ha sottoscritto, insieme all’On. Realacci, una proposta di legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, ma non si è accorto delle sofferenze di coloro che vivono nei comuni di montagna, speriamo che questo intervento serva a richiamare la sua attenzione sui problemi di questi enti che oltre ad essere ormai piccolissimi si trovano in zone climatiche estremamente difficili.
E speriamo anche che la nuova amministrazione regionale faccia proprie queste drammatiche istanze. E’ indispensabile restituire al più presto agli abitanti delle zone montane un barlume di fiducia e di ottimismo, senza il quale non si affronta il futuro, e adottare interventi mirati, a cominciare da una fiscalità di vantaggio, per proseguire con aiuti alle giovani coppie, che si costituiscono e mettono al mondo figli, ed incentivi alla piccola imprenditoria capace di produrre ricchezza e occupazione.

Il Presidente
Luciano Scarpitti

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