Michele Minieri, nato in una famiglia artigiana il 9 maggio 1939 a San Martino in Pensilis (Campobasso), è uno dei decani del giornalismo molisano. Infatti, ha iniziato a collaborare con alcuni quotidiani nazionali ed interregionali che era ancora adolescente, annoverando tra i suoi primi “maestri” i conterranei Federico Orlando (divenuto poi stretto collaboratore di Indro Montanelli ed anche deputato), Domenico Tirabassi e l’isernino Sabino d’Acunto. Ancora giovanissimo è stato addetto-stampa per cinque anni dell’allora Sottosegretario di Stato all’Agricoltura Giacomo Sedati per poi passare, sempre in Roma, ad essere Capo Ufficio-Stampa e Pubbliche Relazioni della Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina, fondando e curando la “Rassegna Stampa Agricola”, approdando definitivamente all’ISMEA (Istituto per i Servizi Agroalimentari).
La sua iscrizione all’Ordine dei Giornalisti risale al 1969. E’ stato, quindi, Direttore responsabile di vari periodici anche di livello nazionale, come, ad esempio, “La Voce Economica”, “Italia – Giustizia e Solidarietà”, ma anche di “Made in Molise”. Il suo curriculum giornalistico, di conferenziere e di organizzatore di incontri e convegni è assai lungo, variegato, importante e per questa sua intensissima attività ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui per due volte il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha assunto numerosi incarichi di pregio, sociali e professionali. Nel mondo delle tradizioni agricole ed etnografiche ha realizzato con il regista e documentarista Zeno Gabbi (e con la consulenza del docente universitario molisano Alberto Mario Cinese, figlio del grande Eugenio) il lungometraggio cinematografico “La Carrese” sulla tradizionale e celebre corsa dei carri tirati dai buoi di San Martino in Pensilis. Numerosissimi i suoi viaggi di lavoro e di cultura in Italia e all’estero.
Nell’ambito delle attività associative della “Famiglia Molisana” di Roma, nel 1965 ha conosciuto l’allora studentessa universitaria Valeria Sabelli di Agnone (poi docente di materie letterarie), che ha sposato nel 1974 nell’agnonese chiesa parrocchiale di Sant’Emidio (celebrante don Filippo La Gamba). Da tale matrimonio nel 1977 è nato Mauro, anch’egli pubblicista, che recentemente, il primo aprile 2013, lo ha reso nonno di Federico. Il legame di Michele Minieri con Agnone è sempre stato forte, anche dal punto di vista giornalistico: la città altomolisana e i dintorni hanno avuto spazio privilegiato nei suoi periodici di riferimento, in particolare nel settimanale di Montreal “The Canadian Citizen” (Il Cittadino Canadese, letto in massima parte da nostri emigrati) con cui collabora ormai da oltre 50 anni, come responsabile della redazione italiana. Altro considerevole spazio Agnone e gli agnonesi hanno avuto in vari quotidiani nazionali come “Ore 12” e “Il Globo” (prevalentemente economici) e “Il Popolo” (organo del partito della Democrazia Cristiana). Ha scritto articoli pure per il mensile agnonese “L’Eco dell’Alto Molise”.
Michele Minieri tanto è attivissimo nel giornalismo quanto riservato come persona. Infatti, soltanto pochi intimi amici sanno che egli è anche “poeta” assai sensibile e raffinato. E’ stato precoce lirico, così come precoce è stato giornalista. All’età di 19 anni ha dato alle stampe la sua prima raccolta “Estro di Gioventù” edita in Termoli da Cappella nel 1958, mentre la sua seconda silloge “Pensieri al vento” è andata in stampa nel 1960 per le Edizioni del Pungolo Verde di Campobasso. E come è sempre stato e continua ad essere “esuberante” e generoso nel giornalismo e nella vita, così ha mostrato di esserlo scrivendo versi. Esuberanza, generosità, sensibilità e raffinatezza sono espressioni di un ricchissimo mondo interiore, frutto di un’educazione familiare ed ambientale a valori solidi, duraturi e sacri. Però, l’attenzione verso il mondo esterno è tutta sua. Ed è lì, nel mondo esterno, che Minieri individua e raccoglie elementi di riflessione e di elevazione individuale e sociale. Non dimentichiamoci che gli anni della sua infanzia e della sua adolescenza sono stati quelli tristissimi della guerra e del difficilissimo dopoguerra di ricostruzione, per affrontare e superare i quali erano necessarie lotte, caparbietà, determinazione, intraprendenza e grinta, ma anche inesauribile umanità e tantissima solidarietà.
In questo senso, i due opuscoli poetici di Michele Minieri rappresentano anche un raro documento sociologico oltre che una geografia sociale e sentimentale nell’età adolescenziale e giovanile dell’Autore. Doppia importanza, quindi, doppio valore. E, oltre che poeta, si sente fortemente giornalista, proprio perché legato alla realtà (specialmente della propria terra). Così, in modo inusuale quanto originale, ha voluto inserire due piccoli “reportages”, quasi racconti autobiografici, uno per opuscolo, scritti per “Il Cittadino Canadese”. A pagina 19 dell’Estro di Gioventù evidenzia “Nelle contrade molisane l’autunno è come una divinità”, mentre a pagina 16 dei Pensieri al vento espone “Tra i pastori abruzzesi in terra di Puglia durante un bivacco notturno”. Due vere amenità che possono essere ancora meglio gustate adesso, a distanza di oltre cinquanta anni.
L’Università delle Generazioni si augura che Michele Minieri (il quale come ogni poeta che si rispetti ha nel cassetto alcune opere non ancora pubblicate) possa partecipare le sue poesie inedite almeno agli amici ed agli estimatori vecchi e nuovi (magari tramite un apposito e-book). Adesso che è in pensione da alcuni anni può, in questa sua età più matura per eccellenza, riproporsi “poeta”, soprattutto in onore del suo nipotino Federico, che sarà suo “erede” anche poetico.