In Italia si fanno sempre meno figli. Il costante calo delle nascite e' certificato dall'Istat nel
bilancio demografico nazionale 2012, dal quale risulta una diminuzione
di 12.399 nati, pari a -2,3%, rispetto al 2011, seguendo cosi' un
andamento gia' registrato a partire dal 2009. Il decremento, seppur
contenuto, si registra ovunque ma in particolare nelle regioni del Sud
e nel Centro (-2,5%), quindi nelle due Isole (-2,3%), ma anche il
Nord-est (-2,1%) e il Nord-ovest (-2,0%) presentano diminuzioni di
poco inferiori.
L'incremento registrato negli anni precedenti - spiega l'Istat -
era dovuto principalmente all'apporto alla natalita' dato dalle donne
straniere. Infatti, di pari passo con l'aumento di stranieri che
vivono in Italia, anche l'incidenza delle nascite di bambini stranieri
sul totale dei nati ha avuto un notevole incremento, passando dal 4,8%
del 2000 al 14,9% del 2012; in valori assoluti da quasi 30 mila nati
nel 2000 a quasi 80 mila nel 2012. Tuttavia, l'incremento che le donne
straniere danno alla natalita' non compensa la diminuzione dovuta a
quello delle donne italiane. Infatti, da un lato le donne italiane in
eta' riproduttiva (15-49 anni) fanno registrare una diminuzione della
propensione alla procreazione; dall'altro si registra una progressiva
riduzione delle potenziali madri, dovuto al prolungato calo delle
nascite iniziato all'incirca a meta' anni '70, con effetti che si
attendono ancora piu' rilevanti in futuro.
Inoltre, nonostante l'assenza di relazioni dirette di
causa-effetto, non si puo' escludere che la crisi economica abbia
prodotto qualche effetto negativo anche sulla natalita', come peraltro
potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei
matrimoni, registrata proprio negli ultimi tre anni. Il tasso di
natalita' e' pari al 9,0 per mille, supera la media nazionale nella
ripartizione del Nord-est e varia da un minimo di 7,4 nati per mille
abitanti in Liguria e nel Molise a un massimo di 10,7 per mille nella
provincia autonoma di Bolzano.