Emergenza cinghiali: la delibera è stata firmata dal presidente della Provincia, ma il tutto è rimasto lettera morta, carta straccia. "Non vorrei si trattasse solo di fumo negli occhi" commenta, caustico, il capogruppo del Pd, Camillo D'Amico.
Il provvedimento di urgenza per far fronte ai numerosi e continui danni causati dai cinghiali all'agricoltura è rimasto solo sulla carta. Il programma di interventi, definiti "fase di emergenza" dagli stessi amministratori provinciali, prevede l'utilizzo dei selecontrollori nei mesi di agosto e settembre. Ad oggi, quando la prima decade del mese è ormai andata, nessun colpo è stato sparato e i selecontrollori sono rimasti in vana attesa di direttive da parte della Provincia. Torna polemicamente sull'argomento Camillo D'Amico, consigliere capogruppo del Pd in Provincia.
"La delibera di giunta n. 218 del 26 Luglio è solo una parziale quanto tardiva risposta all’annoso e mai affrontato problema dell’alto numero di cinghiali. La macchia di essere stati ultimi tra le province abruzzesi nel prendere qualche decisione, ancora tutta da verificare nella sua efficacia, non è affatto cancellata ed il sospetto che sia solo fumo negli occhi dei tanti cittadini ed agricoltori esasperati da tanta insipienza è più che fondato. Alla rituale conferenza stampa autocelebrativa del presidente Enrico Di Giuseppantonio non è seguito nulla se non la notizia, triste e sconsolante, che il calendario delle scadenze contenute nella delibera di giunta non si avvia perché il personale provinciale è in ferie. Noi non neghiamo il diritto al riposo a nessuno; anzi lo sollecitiamo perché, alla ripresa lavorativa, ognuno dia il meglio, ma sorge un legittimo sospetto: che si sia trattato di una trovata squisitamente elettorale e propagandistica, come anche la recente riunione a Tornareccio. L’apertura della stagione venatoria è alle porte e la mattanza è certa ed assicurata per tutti così, per un po’ di tempo, la questione cinghiali passerà nel silenzio tombale di sempre. Nel frattempo i cinghiali pascolano ancora numerosi ed indisturbati producendo danni alle colture agricole, generando pericoli per gli automobilisti e per l’incolumità delle persone, i soliti bracconieri cacciano e commercializzano carne indisturbati senza alcun controllo sanitario, la politica va in ferie ed il problema permane. L’A.T.C. Vastese ha fatto un corso per i selecontrollori che si aggiungono a chi già aveva la qualifica; i sindaci non producono le motivate ordinanze per la verifica numerica e gli eventuali successivi abbattimenti nella aree e riserve regionali; l’amministrazione provinciale spera che arrivi presto l’apertura della stagione venatoria così da nascondere il problema. Tutto questo nel mentre aspettiamo ancora la prima convocazione della commissione consiliare Agricoltura, Caccia e Pesca che dovrà esaminare il piano triennale di contenimento della specie cinghiale che, così il consigliere delegato Giovanni Staniscia aveva assicurato, voteremo in aula già dai primi di settembre. Visto il quadro generale bisognerebbe chiedergli di quale anno".