AGNONE - Ospedale Caracciolo: il bollettino di guerra si allunga. Dopo nove mesi senza un urologo, dermatologo, medico sportico e da circa tre senza un otorino, tocca all'ambulatorio di fisioterapia registrare l'ennesimo taglio di un servizio quale la ionoforesi.
È accaduto nei giorni scorsi che un cittadino agnonese, recatosi in ospedale, si sia sentito dire che la maggior parte delle terapie fruibili nell’ambulatorio di fisioterapia fosse stata soppressa, da una circolare interna dell’Asrem. Allo stato attuale, i fisioterapisti del nosocomio hanno la possibilità di praticare solo magnetoterapia e chinesiterapia. Non sarà più possibile, nemmeno a pagamento, fruire di terapie come la ionoforesi che erano disponibili fino a qualche giorno fa.
Un ulteriore taglio che corrisponde ad un’altra privazione del diritto alla salute.
Ci si chiede: perché privare il cittadino di questi servizi se l’ospedale possiede i macchinari adatti e gli specialisti preparati a svolgere questo tipo di lavoro? Come faranno i cittadini per sopperire a questa carenza? I dirigenti avranno pensato che non è difficile sopperire alla carenza: basta recarsi ad Isernia dove una struttura privata può fornire questo tipo di prestazioni purché il paziente paghi. Dunque: si cura solo chi ha denaro?
Non è finita qui! Ammesso e non concesso che il paziente possa affrontare le spese della terapia, come potrebbe organizzarsi per i trattamenti. Sfugge, forse, ai dirigenti che generalmente i pazienti che necessitano di questo tipo di rimedio, debbano sottoporsi alla terapia per almeno dieci giorni. Si pensi, inoltre, che generalmente l’utente di questo tipo di servizi sia un anziano. Sorge perciò un altro interrogativo: come raggiungerà il centro privato? Usufruendo dello stesso servizio pubblico di trasporti che da qualche tempo vede riduzioni di corse?
Recentemente la Costituzione è stata oggetto di discussione continuamente ma, forse, in Molise si tende a dimenticare che il diritto alla salute faccia parte di quel documento. È chiaro: qui stanno per cancellare l’articolo 32.