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Festival dell'Avanti, ci siamo. De Mattia: "Ecco perchè la scelta è ricaduta su Agnone"

Intervista al segretario provinciale del Psi

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AGNONE -  Mancano ormai pochi giorni all’evento di settembre: il festival regionale dell’Avanti. Il programma, ormai noto da qualche giorno e consultabile qui: http://www.altomolise.net/notizie/attualita/5082/paolo-frattura-ad-agnone-per-parlare-di-sanita-quasi-non-sembra-vero-, ha riscosso subito interesse perciò intervistare Pasqualino De Mattia, segretario provinciale Psi, è stato quasi un obbligo.

De Mattia,  dando uno sguardo all’agenda del Festival si nota immediatamente che il palinsesto è formato da appuntamenti che sembrano essere distanti dalla politica. Perché questa scelta?
“Tutto è politica. Discutere sui problemi dei trasporti è politica, stessa cosa per quanto riguarda la sanità o i problemi del mondo del lavoro. Tutto questo è politica. Per quanto riguarda gli argomenti sui quali verterà il festival, sono stati scelti poiché sono di stringente attualità. Le morti bianche, per esempio, sono sotto gli occhi di tutti; le stime angoscianti degli incidenti sul lavoro sono su tutti i quotidiani. Altro tema è quello della violenza sulle donne che di recente è stata oggetto di discussione. In Parlamento sono state inasprite le pene per il reato di stalking, l’Italia ha ratificato la Convenzione di Istanbul.”

Altro aspetto facilmente rilevabile è la presenza di ben tre presentazioni di libri. Come mai questa scelta?
“La scelta naturalmente non è casuale. Si tratta di libri collegati alle tematiche cardine del festival. Il volume di De Chiara narra la storia di Lea Garofalo, una donna che si è schierata contro la mafia perciò vittima di violenza. Poi c’è ‘Il silenzio sugli innocenti’ (di Luca Mariani) che ripercorre l’orribile storia della strage di Utoya nella quale persero la vita ben 69 giovani socialisti, nell’estate di due anni fa. Infine, abbiamo ‘Il lavoratore ritrovato’ nel quale Giorgio Benvenuto, sindacalista, tratta lo spinoso problema della crisi che affligge il mondo del lavoro. Oggigiorno il lavoro non è più quello della catena di montaggio che ha segnato il novecento e le sue lotte di fabbrica, ma un lavoro intellettuale che va promosso con la formazione in azienda e, soprattutto, remunerato. È quanto sostiene Giorgio Benvenuto nel suo libro “Il lavoratore ritrovato. Come si diceva prima la scelta degli autori non è casuale: ogni scrittore può alimentare il dibattimento avanzando nuove tesi per la risoluzione di problemi comuni.”

Negli ultimi anni l’Alto Molise è stato messo in disparte dalle politiche che hanno avvantaggiato i grandi centri urbani. Crede che questo festival possa dimostrare che Agnone e tutto l’hinterland abbiano ancora molto da dare?
“Ritengo che questa area abbia delle grosse potenzialità, sia dal punto di vista delle risorse naturali che  di capitale umano,  non credo occorra un festival per dimostrarlo. Penso, invece, che questa zona paghi il non avere saputo fare comunità prediligendo il campanilismo, che ha portato ad agire ognuno per conto suo  senza una visione d’insieme dell’area e, soprattutto, senza un progetto  di sviluppo chiaro condiviso e realizzabile.”

Allora cosa potrebbe rappresentare per la zona questa serie di appuntamenti?
“Questi appuntamenti possono essere un’occasione per dibattere, la dimostrazione che c’è la possibilità di parlare, dire la propria e dare il proprio contributo. Come si è già detto in precedenza, tornare a fare politica tra la gente discutendo e confrontandosi.”

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