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SALVATAGGIO OSPEDALE, DON MARTINO: PAROLE, PAROLE, PAROLE....

Il direttore della pastorale sanitaria della diocesi svela gli scenari futuri della struttura che va verso la chiusura

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Passata la stagione estiva, non mi voglio iscrivere al gruppo di coloro che sul Caracciolo fanno o hanno fatto “chiacchiericcio estivo, o primaverile, o autunnale”: dico questo perché la delusione dell’intera Chiesa locale verso i nostri amministratori, partiti ed esponenti politici, è massima per la sorte del Caracciolo: si è fatta, in questi mesi, una mediatica “arte del chiacchierare”, del parlare, del discutere, del proclamare, sia tramite manifesti di annuncio di sventura, mirabolanti proposte di centri trapianti, assicurazioni roboanti di mantenimento di punti nascite e quant’altro, di dimissioni con riconsegna di fasce tricolori, ma, purtroppo, nessun atto concreto, deliberazione di giunta o consiglio comunale, decreto del Commissario Straordinario, proposta di Legge Regionale per la Sanità Montana, incontri tecnici con esperti per proposte alternative, creazione di un vero gruppo di lavoro a livello locale tra le amministrazioni per elaborare proposte alternative e convincenti, è stato fatto per il Caracciolo. Nulla, assolutamente nulla di concreto e fattivo, che non sia stato il semplice “parlare con Michele Iorio” : gli atti ufficiali – vedi delibere del Commissario Straordinario, Atto Aziendale Asrem, e quant’altro – dicono tutto il contrario di quanto esposto alla fiera dei sogni e delle vanità andata in onda in questi mesi. La delusione non può che essere massima, nel constatare il nullo peso politico di tutta l’Area Montana nelle sedi in cui le decisioni fondamentali per la sopravvivenza di un presidio di sicurezza sanitaria vengono prese. Mentre ci si continua ad illudere, nella speranza che le lettere attuative dell’Atto Aziendale Asrem non arrivino mai ad Agnone, bisogna affermare alcune verità fondamentali: 1. Percopo, forse ironicamente, aveva detto che la sopravvivenza dell’Ospedale di Agnone dipendeva dai suoi operatori, facendo credere che se si chiudeva, era colpa del personale sanitario: ebbene, va fatto un plauso particolare a tutto il personale sanitario rimasto dello stabilimento San Francesco Caracciolo di Agnone perché, nonostante tutte le gravi carenze organiche, tutte le difficoltà ogni giorno sempre più notevoli, ha garantito tutti i servizi a cittadini, turisti e vacanzieri nei mesi di luglio – agosto, senza il minimo disservizio, non rimandando nessuno a casa e sopperendo alle carenze estive degli altri nosocomi della Regione. In modo particolare, nonostante dal 30 giugno 2010 due ostetriche sono andate via e non è stato loro rinnovato l’incarico, le tre restanti insieme ai quattro medici del reparto e al Primario, hanno garantito a tutte le donne in difficoltà ogni prestazione adeguata, sacrificandosi anche oltre l’orario, e garantendo le prestazioni ecografiche impossibili ad Isernia in questo periodo. In modo particolare voglio ricordare la pronta assistenza prestata Sabato 21 agosto ad una gestante romana alla 26° settimana di gravidanza, che in pochissime ore è stata soccorsa e trasferita all’Ospedale di San Giovanni Rotondo, perché a Campobasso non c’è ad oggi una Neonatologia in grado di accogliere, con partenza di ben 2 equipes con culla termica durante il viaggio, assicurando la salvezza della madre e del bambino. Non oso immaginare l’odissea a cui sarebbe stata sottoposta con trasporto 118 da Agnone al pronto soccorso di Isernia, e il marasma burocratico da affrontare, perché era sabato d’agosto… situazione altamente rischiosa. 2. L’Ospedale di Agnone è un ospedale che ogni giorno di più assomiglia ad una fabbrica in rottamazione : dall’8 agosto 2010 è rimasto un solo nefrologo, che per senso di responsabilità in silenzio, con doppi turni massacranti, sta assicurando la Dialisi, altrimenti a rischio chiusura; il laboratorio analisi, nonostante la carenza di personale, ha assicurato sempre i suoi servizi, e ha dovuto sospendere i prelievi di sangue dei donatori AVIS perché, nonostante vi sia un Centro Raccolta Sangue, non si è voluto da parte dell’ASREM rinnovare un semplice incarico di responsabilità a costo zero di tale centro; la Radiologia ha comunque effettuato tutte le prestazioni richieste, anche se la refertazione ha dovuto aspettare, dato il fatto che ormai son rimasti solo 2 medici radiologi, la Chirurgia ha garantito tutte le urgenze, la Medicina, rimasta con solo 4 medici oltre il primario, ha garantito tutto… un vero fare le nozze con pochi funghi. La percezione è quella di un ospedale missionario, nel Ciad o nel Burundi, o in una zona di guerra disastrata, che finora si è retto solo per opera della volontà di un personale ogni giorno di più deluso, stanco ed impotente…ma dignitoso, nonostante tutto. 3. Con il blocco assoluto del turnover, deciso ieri, l’ex Ospedale d’Agnone rimarrà in funzione e continuerà ad assicurare i suoi servizi finché sarà possibile, morendo con dignità, perché il personale del presidio ha, nonostante tutto, una sua dignità ed un rispetto grandissimo per la sua gente: tutti hanno cessato le polemiche, e nonostante la delusione, si sono concentrati sul lavoro quotidiano. Sarà possibile nascere sicuramente ad Agnone fino a fine Ottobre 2010, quando l’equipe di Ostetricia e Ginecologia, pur con 3 ostetriche, rimarrà con 4 medici. A Novembre e Dicembre dovrebbe essere più impossibile, in quanto rimarranno 3 medici, ma se uno dovesse mettersi in aspettativa, come sembra, con 2 è possibile garantire poco. Se tutto dovesse andar bene, si potrà nascere fino al 31 dicembre 2010, mentre il 1 gennaio 2011 sarà impossibile, in quanto un pediatra andrà in pensione, ad un altro cessa l’incarico di consulenza, un altro sarà trasferito già altrove, con conseguente scomparsa dell’area materno-infantile. Ci sarà anche negli altri servizi un peggioramento graduale fino alla chiusura. 4. Una nota di apprezzamento voglio fare ai Cittadini del Cittadino c’è per aver proposto, come gesto dignitoso estremo di protesta, la riconsegna delle tessere eletorali al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: anch’io ho riconsegnato la mia, perché rimane solo la protesta, di fronte al crollo dello Stato Sociale come era nato dall’intesa costituzionale del 1948, che si vede visibilmente oggi con l’azzeramento di scuola, sanità e servizi nelle aree montane, di non ritenersi più cittadini degni di questo nome, date le logiche economiche monetaristiche imperanti e schiavizzanti dell’uomo. Non servirà a nulla, però è un modo, anche cristiano, di gridare a tutti come l’uomo di questa terra venga calpestato nei suoi diritti sociali fondamentali. Per tutte queste ragioni, con orgoglio di figlio di questa terra, vorrei pregare tutta la nostra classe politica inconsistente, inutile, chiacchierona, di tacere: non vi sono e non vi possono essere più, data la situazione economica, le decisioni politiche assunte o non assunte, speranze di vita per il Caracciolo : rimane solo il morire con dignità e a testa alta, perché, da che se ne vuol dire, accusare, criticare, la nostra non è mai stata la peggior struttura sanitaria molisana: anzi, forse era una delle poche che un po’, per i suoi operatori dignitosi, si salvava. Sinceramente non vedrei di cattivo occhio una bella secessione finale, perché almeno, le poche coppie giovani, se fanno parte dell’Abruzzo, avrebbero pieno diritto a poter sperare di avere un posto presso la Neonatologia di Pescara o presso altri ospedali maggiormente attrezzati, vista la situazione di Campobasso ed Isernia…
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