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La follia di un giovane che vuole vivere scrivendo

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Ce la faranno i giornalisti a vivere di notizie? La disoccupazione è una triste realtà dalla quale nessuno può fuggire. L'economia va a rotoli. Lo sanno bene tutti e non fanno eccezione i giornalisti che vivono gli effetti disastrosi di questi conti in rosso. Il giornalista fronteggia la crisi economica come tutti i comuni cittadini anche a casa. Non solo per lavoro, scrivendo di aziende in crisi, ma anche in famiglia. Sarebbe, infatti, ora di scoprire gli altarini: i giornalisti non sono una lobby bensì molto spesso vengono trattati alla stregua di stampanti.

Sì, avete capito bene, macchine che producono documenti dai quali trarre profitto. Il problema, in tutta questa nebulosa situazione, sta nel fatto che il giornalista (generalmente con un contratto co.co.co o co.co.pro.) nonostante corra da un luogo all’altro, prima di chiudersi in casa a scrivere la famosa notizia, a fine mese trova sulla sua scrivania una busta paga piuttosto smilza, sempre che la trovi.

Tutto ciò peggiora quando si lavora per le nuove frontiere dell’informazione: la free press o il giornale online. Quest’ultima tipologia rappresenta l’informazione democratica per eccellenza: un tipo di prodotto fruibile da tutti, che consente al lettore di dire la propria a costo zero. Tuttavia, come evidenziato da Francesco Bottone http://www.altomolise.net/notizie/attualita/5284/i-conti-non-tornano-diciannovemila-lettori-zero-pubblicita, anche fare giornalismo telematico ha un costo. Sebbene non sia necessario pagare l’affitto per degli uffici, anche i giornalisti hanno un costo, non fosse altro che il rimborso per spese telefoniche, benzina e via elencando. Questo, forse, sfugge ai più che continuano a credere che l’online faccia arricchire senza sforzi. Altri continuano a snobbarlo perché “solo sulla carta scrivono i veri professionisti”. La situazione è complicata e aberrante per tutti i giovani che si affacciano sullo scintillante mondo dell’editoria contemporanea. Molte volte, dai professionisti del settore già affermati, ci si sente dire: “Ma sei sicuro? Guarda che non ti conviene”. Ed è vero, forse non conviene.

Di recente www.altomolise.net si è fatto portavoce delle storie di Francesco Bottone e Pasquale Bartolomeo che hanno visto il loro posto di lavoro scivolare da sotto i piedi. È lecito domandarsi: se non c’è posto per i Bottone e per i Bartolomeo, può questo mondo ospitare le nuovissime leve? Ammesso che sia così, cosa dovrebbe fare chi sente la passione per la verità bruciare dentro?  Esiste una soluzione pronta?

Purtroppo non è possibile dare risposte su due piedi a quesiti così importanti. Ciò che si può fare però è continuare a raccontare storie di altri colleghi, anche se rattristano. L’unica cosa da fare è parlare di tutto ciò per spezzare un meccanismo di omertà tra editori e “collaboratori” affinché  si possa lottare per ottenere una giusta retribuzione dal momento che la posta in gioco è alta: il futuro di un’informazione di qualità e libera.

E mentre si fa tutto questo ritorna l’annosa domanda: Ce la faranno i giornalisti a vivere di notizie?

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