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LOMMANO SUL CARACCIOLO: "CONTINUEREMO A LOTTARE"

Il leader della Lega Sannita si schiera con il parroco altomolisano

redazione
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ISERNIA - “Caro don Francesco, noi della Lega Sannita siamo capaci anche di tacere, ma se serve, Le dirò che siamo invece anche capaci di alzare la voce e di farla grossa, perché non ci sentiamo per nessuna ragione accumunati a quella classe politica che Lei definisce inconsistente, inutile e chiacchierona, solo perché noi non siamo abituati a calpestare i sacrosanti diritti dei cittadini. Sono certo che don Francesco, da buon pastore di anime alla fine si renderà conto che se ad invocare la “secessione” è un ministro del culto cattolico come lui, nessuno grida allo scandalo, mentre se ad evocare la stessa parola “secessione” siamo noi della Lega Sannita, apriti cielo, ci chiamano disfattisti, qualunquisti, opportunisti. Quindi, grazie a Don Francesco anche noi siamo legittimati a urlare il nostro grido di battaglia e chiamare il popolo di Agnone alla rivolta democratica, alla secessione per costruire insieme una Regione più bella che si chiami Regione Sannio, dove al Molise siano annesse le province di Avellino, di Benevento e molti comuni dell’Abruzzo e della Puglia”. E’ quanto dichiarato dal leader della Lega Sannita Lorenzo Lommano. E’ inutile nascondersi dietro un dito – ha proseguito Lommano – don Francesco ha ragione da vendere anche se dimentica che anche noi della Lega Sannita abbiamo fatto la nostra piccola parte, abbiamo manifestato la nostra disapprovazione per la chiusura del Caracciolo, abbiamo attaccato la classe politica che conta e che decide. Naturalmente – ha ancora detto Lommano – debbo riconoscere che oggi l’unico kamikaze che lotta ancora contro la chiusura del Caracciolo e non si rassegna, è proprio don Francesco che onestamente vedrei benissimo come responsabile spirituale della Lega Sannita, sembra un giapponese, mai domo. L’ultima cosa – conclude Lommano – inviterei don Francesco a non dire mai più che il Caracciolo era l’unica struttura del Molise che si salvava a discapito delle altre, e poi, che al suo invito a morire con dignità, proprio lui dovrebbe insegnare che finché c’è vita c’è speranza e poi, che la speranza è sempre l’ultima a morire. Amen.
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