AGNONE - Il ridimensionamento all’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone unisce (finalmente ha esclamato più di qualcuno) i gruppi del centrosinistra provinciale che ieri mattina si sono dati appuntamento davanti la struttura sanitaria altomolisana. Il sit-in di Idv, Pd, Psi, Rc e Sel, ha inteso denunciare quanto sta accadendo in fatto di sanità molisana. La scelta di manifestare davanti al San Francesco Caracciolo non è stata casuale, considerato che la struttura di frontiera tra Molise e Abruzzo al pari di quelle di Venafro e Larino è destinata alla chiusura. “Il governo regionale di centrodestra in questi ultimi dieci anni dopo aver prodotto sprechi, doppioni e consulenze – il commento del coordinatore provinciale dell’Idv, Antonio Monaco – aumentato Irap, addizionale irpef regionale e accise sul carburante, oggi ci chiude gli ospedali, le scuole e ci taglia i trasporti. L’alto Molise, afflitto dalla piaga dello spopolamento, ancora una volta, si trova a pagare un dazio pesantissimo. Per l’ospedale di Agnone la nostra proposta è quella di creare un polo d’eccezione provinciale per quanto riguarda il punto nascita allargandolo ai paesi dell’Abruzzo che già oggi fanno capo al Caracciolo in maniera massiccia. Il punto trapianti proposto dal sindaco De Vita? Sinceramente la reputo una proposta ridicola”. Caustico e al tempo stesso più realista Candido Paglione del Pd. “Oggi tutto è compiuto. Chi persevera nel strumentalizzare la vicenda sa di essere un ipocrita. Per evitare quanto sta per accadere ovvero la definitiva chiusura della struttura sanitaria – ha proseguito Paglione – bastava approvare la legge regionale sulla Montagna che salvaguardava ospedali come Agnone (leggi articolo 20). A questo punto l’unica cosa che resta da fare è garantire la sanità di primo livello ai residenti con un pronto soccorso degno di questo nome. Il centro trapianti proposto da De Vita? Qualcuno pensa che nostra gente ha l’anello al naso”, chiude Paglione. L’ospedale sarà chiuso, ma a detta della risposta numerica fornita dagli agnonesi (al sit-in dei gruppi del centrosinistra le presenze di medici, infermieri e residenti potevano contarsi sulla punta di una mano), va bene così. Chi non molla è il poliedrico Alberto Gentile che sfoggia una maglia su cui è riportato: “Non voglio morire di Iori…te”. “Meno manager più sanità”, c’è scritto su un cartellone affisso sul gazebo dai militanti del Pd a due passi dal Caracciolo. Durissimo il capogruppo dell’Idv in Provincia, Cosmo Tedeschi: “Politici regionali eletti con i voti degli agnonesi oggi non hanno neppure il coraggio di raccontare la verità che è e resta una sola: l’ospedale sarà chiuso”. Maurizio Cacciavillani, consigliere di minoranza al Comune sottolinea come la chiusura del Caracciolo sarà un colpo mortale per l’intera economia. “Continuano a parlare di posti letto e servizi, ma in molti dimenticano un aspetto fondamentale. Ovvero il mantenimento occupazionale e l’effetto domino che avrà la chiusura sul comparto economico locale. Se pensiamo solo al fatto che oggi il Caracciolo rappresenta la prima fabbrica di Agnone e del suo hinterland, potete immaginare a cosa si va incontro quando la struttura perderà 150 posti lavoro come confermano i sindacati”. Al sit-in presenti anche il consigliere regionale di Sinistra e Libertà, Mauro Natalini e il segretario provinciale del Pd, Marco Amendola. Entrambi, senza mezzi termini, hanno puntato il dito contro il presidente della Regione, Michele Iorio: “E’ lui l’unico responsabile dello sfascio della sanità regionale”.