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"Ci lasciano senza soldi per dimostrare che siamo inutili e sopprimerci"

La denuncia dei presidenti delle Province abruzzesi dopo gli ultimi tagli

redazione
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 Ventinove milioni di euro di cui le
Province abruzzesi dovranno fare a meno nel 2013. E' quanto e'
stato deciso dal governo centrale adottando il D.L.31 ottobre
2013, n.126, dal titolo "Misure finanziarie urgenti in favore
di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel
territorio". Un'ulteriore mazzata per le Province abruzzesi, in
aggiunta a quelle gia' ricevute nei mesi e negli anni
precedenti, che ha spinto i presidenti delle Province di
Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, dell'Aquila, Antonio Del
Corvo
, di Pescara, Guerino Testa, e di Teramo, Valter Catarra,
a far sentire nuovamente la loro voce per evidenziare le enormi
ricadute negative causate da questo provvedimento.

"Troppo
spesso ci si dimentica che quando si parla di Province si fa
riferimento a servizi essenziali, voci di spesa incomprimibili
come quelle per la gestione delle scuole, per la manutenzione
delle strade e per i servizi sociali - affermano i presidenti
delle Province abruzzesi -  Ci tocca fare quotidianamente i
salti mortali per mettere le pezze in modo da garantirne
l'erogazione con sempre meno fondi a disposizione, anzi potendo
contare ormai quasi solo sulle nostre risorse. Non sappiamo
piu' cosa dire ai cittadini che giustamente pretendono qualita'
e trasparenza, mentre oggi sono costretti a transitare lungo
strade in alcuni casi ridotte a colabrodo e a frequentare
scuole ai limiti delle norme di sicurezza".

"Fortunatamente -
ironizzano i quattro presidenti - nel titolo del Decreto Legge
si parla di misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed
enti locali, non osiamo immaginare cosa avremmo dovuto
aspettarci se avessero parlato di tagli. A noi ci pare che
questa strategia sia anche un modo indiretto e scorretto per
sfiancare le Province e renderle deboli anche dal punto di
vista dell'opinione pubblica, considerate sempre piu' enti
inutili. Eppure da 150 anni servono il Paese e i cittadini
incidendo per l'1,26% sulla spesa pubblica, diversamente da
Regioni, governo centrale e Comuni che gravano assieme per il
restante 98,74%". "Ci teniamo a ribadire - concludono i
presidenti - che non parliamo senza cognizione di causa, se
portiamo avanti le nostre ragioni di amministratori di Province
non lo facciamo per semplice dovere istituzionale, ma per reale
rispetto dell'Abruzzo e dei cittadini abruzzesi".

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