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Assessore agli arresti: bocca cucita davanti al giudice

De Fanis si è avvalso della facoltà di non rispondere

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BOCCA cucita, l'ex assessore regionale Luigi De Fanis, arrestato martedì scorso con l'accusa di aver ricevuto tangenti da imprenditori nel campo della cultura, non risponde al gip.

Interrogatorio di garanzia, stamane a Pescara, per l'esponente del Pdl originario di Montazzoli, nell'Alto Vastese. De Fanis, ristretto ai domiciliari da quasi una settimana, è giunto a Pescara accompagnato dai suoi legali Massimo Cirulli e Domenico Frattura

L'ex assessore di fronte al gip Maria Carla Sacco si è avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo quanto riportato dalle agenzie l'assessore De Fanis avrebbe invece rilasciato qualche dichiarazione pubblica: «Sto bene, sicuro e ho fiducia nella magistratura e nei miei avvocati».

Come era intuibile, il suo avvocato, Massimo Cirulli, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. 

Essendosi infatti dimesso dalla carica di assessore regionale, è venuta meno, secondo l'avvocato Cirulli, la possibilità per De Fanis di inquinare le prove e reiterare il reato di concussione.

 

Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione "Abruzzo Antico", non si e' sottratto invece alle domande del gip Maria Carla Sacco. Secondo il suo legale, Angela Pennetta, Falone "ha chiarito la sua posizione nei minimi dettagli ed e' estraneo ai fatti". L'avvocato ha preannunciato che presentera' istanza di revoca dell'obbligo di dimora disposto nei confronti del suo assistito. L'avvocato Pennetta ha spiegato che Falone e' finito dentro l'inchiesta perche' "e' presidente dell'associazione e voleva promuovere sul territorio di Vasto l'associazione stessa ed anche la sua persona in quanto e' stato candidato alle elezioni amministrative di due anni prima.

Voleva promuovere la sua persona e la regione Abruzzo in vari eventi anche nazionali" . A proposito del presunto giro di soldi che passavano per l'associazione, l'avvocato Pennetta ha
detto che Falone "non sa assolutamente nulla" e a chi gli ha fatto notare che il suo assistito e' il presidente dell'associazione e non poteva non sapere "si sta applicando - ha risposto - lo stesso principio che si applica a Berlusconi: non puo' non sapere. Falone semplicemente ha organizzato questo evento, a fronte delle fatture emetteva l'assegno. Lui non sa assolutamente altro". Alla domanda se Falone era una 'testa di legno', mentre in realta' comandava De Fanis, il legale ha riosposto cosi': "questo lo valuteremo fino in fondo. Alla fine
uscira' fuori quelle che deve uscire".

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