AGNONE – “Il centro trapianti e il polo unico per la nascite all’ospedale Caracciolo sono da ritenersi proposte indecenti che offendono l’intelligenza di residenti e operatori sanitari perché, per come stanno le cose, non sono minimamente attuabili. A mio parere entrambe le esternazioni sono state fatte senza alcuna cognizione di causa e soprattutto senza aver consultato gli addetti ai lavori che quotidianamente sono impegnati in prima linea. Diranno che penserò male ma chi le fatte probabilmente è già proiettato alle elezioni regionali”.
Taglia corto Franco Doganiero, professione ginecologo da diciassette anni in forza all’ospedale altomolisano.
Doganiero, lei dopo il primario Falasca è il medico più anziano del punto nascita. Che futuro attende questo reparto?
E’ chiaramente indicato nell’atto aziendale e prevede uno spostamento di risorse umane da Agnone a Isernia, dove finalmente verrà attivata una guardia attiva la quale garantirà i requisiti di sicurezza nazionali per le puerpere.
Ad Agnone si continuerà a nascere?
Penso proprio di no. Attualmente per tenere aperto un punto nascita occorrono 600 parti all’anno e norme di sicurezza che sono imprescindibili, a cominciare dalla presenza continua, 24 ore su 24, di ginecologo, ostreica e pediatra-neonatologo. Attualmente siamo lontanissimi da questi standard. Per il Caracciolo sono previsti quattro posti ordinari di ginecologia e due di day-surgery con ambulatori che garantiranno il monitoraggio delle gravidanze e della diagnosi prenatale. Con queste indicazioni sarà impossibile che dei bambini possano nascere nel Caracciolo.
Vero che in questi anni avete tirato avanti la carretta tra tante difficoltà soprattutto considerato le scarse risorse umane a disposizione?
Lo abbiamo fatto sempre orgogliosamente, tuttavia è indispensabile rispettare le aspettative e i requisiti di sicurezza delle gestanti. Credetemi, sono il primo ad essere rammaricato per il fatto che ad Agnone non si potrà più nascere, ma stando le cose così meglio non rischiare.
Come giudica l’ultima proposta fatta dal sindaco di Capracotta e coordinatore provinciale dell’Idv, Antonio Monaco in merito alla creazione di un punto nascita unico in provincia.
Farebbe bene a tacere su tematiche di cui non sembra conoscere aspetti tecnici e implicazioni. Pur volendola accettare come una provocazione che in qualche maniera andrebbe a fare i nostri interessi sono pienamente d’accordo con quanto replicato da Candido Paglione: ad oggi è un’idea improponibile.
Infine, per il centro trapianti paventato dal sindaco, De Vita cosa si sente di dire?
E’assolutamente sorprendente che un politico che è anche medico possa proporre simili amenità senza rendersi conto dell’enormità e della irrealizzabilità di una tale proposta. O forse pensano di prenderci in giro?